lunedì 15 ottobre 2007

Correre in direzione

Che sia uno dei fondamentali della tecnica orientistica non c'è dubbio. Però nelle abitudini degli atleti viene usata in modi e quantità molto diverse.
Leggendo in rete mi pare di capire che i maggiori seguaci della corsa in direzione siano i Nordici che forse derivano questa abitudine dai loro terreni abbastanza piatti e uguali, anche se poi lego di Pasi Ikonen che vince un mondiale senza usare la bussola in gara. C'è chi pur di correre "sotto la linea"(termine per indicare la traiettoria congiungente il punto di partenza e quello di arrivo, uniti graficamente sulla mappa proprio da una linea color magenta) è disposto a sobbarcarsi dislivello aggiuntivo o transitare in terreni infami, con il supremo scopo di percorrere meno strada possibile.
Credo ci siano fondamentalmente due situazioni di corsa in direzione, quantomeno son quelli che io uso in gara.


1) Direzione grossolana.
Per correre velocemente tratte lunghe, con l'obettivo di centrare un riferimento particolarmente grande ed evidente e pertanto senza aver la necessità di prendere un angolo di direzione necessarimente preciso.
Centrato il riferimento ci si può correggere velocemente. L'importante è il ritmo di corsa elevato








2) Direzione fine. Tipicamente dal punto di attacco alla lanterna. Se la lanterna di partenza e quella di arrivo sono particolarmente vicine costituisce la tecnica per tutta la tratta.
La mia esperienza sul campo mi dice che fino a 150-200 metri di distanza riesco ad ottenere una precisione davvero soddisfacente, a volte anche sorprendente. Su tratti più lunghi anche un piccolo errore di angolo si ripercuote in un errore di distanza, che se la laterna è poco visibile, può far si che si abbia difficoltà ad individuarla. Essendo in orientamento fine è ovviamente necessario ricordarsi di calare il ritmo di corsa e osservare tutto quanto utile in zona punto (al fine di correggere eventuali errori)

A mio modo di vedere è importantissimo essere dotati di un gran senso di percezione della distanza percorsa, quando si corre in direzione. Ma di questo abbiamo già dibattuto.

La presenza di grandi dislivelli aggiuntivi da affrontare spesso scoraggia la scelta di "tirare una riga" da un punto all'altro. Non credo esista una regola precisa in merito: occorre valutare volta per volta la situazione e anche le proprie capacità atletiche e lo stato di affaticamento in quel momento della gara. Ovviamente un gran corridore può pensare di tirare diritto non preoccupandosi del dislivello. Un atleta meno performante sceglierà di limare il dislivello anche a costo di allungare la distanza percorsa.

Spesso in tratte lunghe corse in direzione mi capita di devire leggermente la traiettoria dalla linea per puntare ad un riferimento intermedio, che una volta raggiunto permette di azzerare l'eventuale errore commesso. Ammetto che correre in direzione sia la mia tecnica preferita e quella che mi riesce meglio. Le volte che sono riuscito ad usarla di frequente o avuto grandi soddisfazioni. Purtroppo nei nostri terreni, ove si presentano spesso dislivelli notevoli, è difficile riuscire ad usarla come tecnica preponderante.

Occore attenzione porre molta attenzione a:
1) Presenza di ostacoli intermedi sulla traiettoria che costringono a deviare dalla linea ideale. La cosa migiore da fare in questi casi è guardare lontano oltre all'ostacolo fissando un particolare molto riconoscibile. Si oltrepassa l'ostacolo raggiungendo il riferimento. Dopodichè si ripete l'operazione di allineamento alla direzione corretta.









2) Attraversamento di grandi forme del terreno : è molto facile deviare la direzione.

3) Attraversamento di zone verdi. Anche qui è molto facile deviare. In generale però fare direzione nel fitto è particolarmente complicato in quanto le difficoltà di attraversamento della vegetazione costringono ad un avanzamento a zig-zag che rende problematico il mantenimento di una traiettoria ben definita.
Alla recente 5 giorni dei forti, ho fatto 3 volte un tratto in direzione, fra due lanterne a poco più di 100 metri di distanza in pieno verde 2., sbagliando tutte e tre le volte!!! Quell'esperienza mi ha fatto riflettere sull'opportunità di usare la tecnica nei verdi "brutti" o se proprio non c'è alternativa di andare veramente piano.

Tecnicamente trovo eccezionale l'uso della bussola SPECTRA, con i quadranti colorati. Fissata la direzione corretta e vedendo dove punta l'ago del Nord è molto facile correggersi se si effettua una deviazione.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao.
Leggo sempre con interesse...

Anche Pasi Ikonen corre sempre sotto la linea, solo che lo fa senza bussola. Mica serve la bussola per andare in direzione... basta correre molto veloce!

Comunque l'uso della bussola per la cattura del punto per me è un boomerang.

Ti suggerisco di fare gli allenamenti senza bussola, ora la sai usare...

ciao Andrea R

Andrea Segatta ha detto...

Ciao Maestro
per la cattura del punto hai ragione. Sono d'accordo che affidarsi SOLO alla direzione è un' azzardo.
Infatti sottolineavo che se dal punto di attacco prendo la direzione esatta e ho una gran percezione della distanza ci arrivo proprio vicino. Naturale poi che si cerchi l'oggetto e ulteriori riferimenti di orientamento FINE per la "cattura" della lanterna.
Quando sono in forma però 9 volte su 10 riesco a "sbatterci" addosso

Anonimo ha detto...

Il Maestro parla troppo difficile per i comuni mortali come me... ma il Maestro ha sempre ragione! ("cattura del punto"... mi piace... penso che la userò a breve)

Anonimo ha detto...

Sono daccordo che ci sbatti addosso, ma perdi 5 secondi a volta per sbatterci addosso (e fa quasi un minuto) senza contare che quando non ci sbatti addosso rischi di lasciarci le mutande.

e quando hai tempo prendi Michele e fate un anno di "insegui John".

ciao andrea

Anonimo ha detto...

mi dimenticavo una cosa: i tuoi disegni non sono corretti. Ad esempio, oltrepassando il verde da sud ti sposti di 20 metri a sud dela linea e poi, se stai andando in bussola, continui a 20 metri dalla linea. Non mettermi in rete cose "sbagliate"... lo puoi correggere?

comunqeu comlimenti pèer il lavoro, così riesco a capire di cosa hai bisogno...

Andrea Segatta ha detto...

Non sono d'accordo, ne sulla sostanza ne sulla graficizzazione. Quando un ostacolo ti si frappone di mezzo non fai una "traslazione" e poi continui a correre parallelamente alla linea rossa spostato da essa. Quello che capita in questi casi è proprio modificare il proprio ANGOLO di traiettoria. Per questo scrivo che dopo l'ostacolo sarebbe meglio riprendere la direzione. Se non lo fai, il disegno bene rappresenta quello che può succedere.

Anonimo ha detto...

No!!!
Se tu hai importato la spectra e la tua direzione è giallo con un puntino quella lo sarà sia prima che dopo l'ostacolo.
Certo se sei senza bussola quello che scrivi è giusto. Ma tu stavi parlando di direzione con ausilio della bussola. O mi sbaglio io?

andrea R

Andrea Segatta ha detto...

Permettimi Illustre Maestro : non hai letto bene il post.
Infatti quello che sostieni è proprio quello che ho scritto : "...dopodichè si ripete l'operazione di allineamento alla direzione corretta....."
Se lo fai prosegui per la giusta traiettoria, male che vada parallelamente alla linea un po' traslato.
Se non lo fai rischi di deviare come nell'esempio.
In ogni caso ci siamo capiti e siamo d'accordo!! Dopo l'ostacolo che ci ha deviato, è buona norma RIDARE UN'OCCHIATINA ALLA BUSSOLA : come giustamente scrivi con la spectra l'operazione è veloce e semplice osservando su che quadrante colorato punta l'ago del Nord.

Anonimo ha detto...

beh, quando correvo in direzione alla spectra davo un'occhio ogni 20 di passi al massimo (nel caso ci orientamento grossolano).

e penso che così facicano tutti. Pertanto non trovo possibile che dopo un ostacolo uno continui a correre in direzione sbagliata.

La cosa più importante invece è avere percezione di quanto ci si è spostati dalla linea per poter correggere il tiro.