domenica 24 maggio 2009

CIMIRLO-MARANZA: un Week End da dimenticare

Nelle mie intenzioni questo fine settimana, con il doppio impegno al passo Cimirlo e sulla nuova carta della Maranza, doveva essere quello del rilancio dopo un inizio di stagione che nella realtà non c'è mai stato.
Ci sono periodi però in cui gira tutto storto, ma che più storto davvero non si può!
Cominciamo con Sabato : nelle intenzioni un "Warm up" in vista di Domenica. Sul volantino scaricabile dal sito fiso leggo gara SPRINT al passo del Cimirlo, valida per il circuito CSI 2009. Non so in base a quale strano convincimento, ma nella mia testa c'è una gara sprint da corrersi prevalentemente sulle vie "asfaltate" della zona, pertanto da correre con scarpe da ginnastica da strada. La gara invece (orientisticamente interessante oltretutto) è tutto il contrario di quanto pensato: tutta in bosco, con pendenze anche notevoli, no sprint (Tempo vincitori sopra la mezz’ora) e difficilmente corribile con calzature normali. Dopo l’ennesima caduta con sbucciature comprese, considerato pure che avevo tralasciato una lanterna abbastanza lontana dalla zona arrivo, decido di salvare più energie possibile per il giorno successivo. Se il buongiorno si vede dal mattino….
E arriviamo alla gara di Domenica, al Rifugio Maranza, valida per l’assegnazione del titolo di campione trentino “Middle” 2009. Il viaggio in zona ritrovo è costellato da una serie di contrattempi che hanno dell’incredibile, sui quali però è meglio sorvolare. L’unica cosa positiva è che salendo in moto, mi è gentilmente concesso di arrivare con il mezzo fino al rifugio, risparmiandomi i 2,5 km di camminata con relativo dislivello. Senza questo “bonus” difficilmente sarei riuscito a partire in orario.
Arrivato alla partenza cerco di cancellare tutti i cattivi pensieri e le tribolazioni del giorno prima e della mattinata. La carta, appena presa al via si rivela molto particolareggiata e difficilissima da leggere in corsa. Memore di esperienze precedenti mi impongo di non forzare i ritmi e di stare molto attento. La mia condizione fisica non particolarmente brillante non ostacola questa impostazione in quanto anche se avessi voluto tirare le gambe mi avrebbero fatto un bel gesto “dell’ombrello”. L’inizio è incoraggiante: una piccola indecisione al punto 1 (pochi secondi comunque) però poi proseguo deciso e sicuro per gli altri punti. Ma il mio destino in questo periodo è che se qualcosa va bene, deve necessariamente durare molto poco. Nei pressi della lanterna 4 scivolo banalmente su un fianco e nella caduta la coscia sinistra sbatte violentemente su un sasso affiorante. Il dolore è da togliere il fiato: il compagno di società Emilio a pochi metri da me, sentiti i miei lamenti, gentilmente mi chiede se ho bisogno di aiuto. Lo ringrazio e gli dico di continuare tranquillamente la sua gara. La botta è però violenta e per un minuto buono cerco di capire i danni riportati… dato che avevo iniziato così bene la gara stringo i denti e confido di poter continuare. La gamba duole ma dopo qualche minuto, forse per l’effetto del muscolo caldo riesco ancora a correre, pur con una certa sofferenza. Ma una buona gara di questi tempi farebbe talmente bene al morale, da riuscire a farmi sopportare il dolore fisico. Le lanterne 5, 6 e 7 le corro molto bene, con grande sicurezza. Alla 8, forse una delle più toste della giornata compio il primo errore della giornata non riuscendo a capire se la traccia su cui corro è il sentierino che porta al punto. Evidentemente no, perché vado lungo alla base di un colle più avanti. Per fortuna mi accorgo subito dell’errore e torno in zona punto perdendo un paio di minuti, ma non compromettendo la gara. Cosa che faccio al punto successivo. Cerco di prendere il sentierino che dovrebbe portarmi con facilità alla grande roccia, facile punto di attacco alla lanterna. Sembra un punto banale, uno dei più semplici della giornata. Infatti arrivo a un roccione ma con mio grande stupore la buca lì vicino non c’è. Mi prende una certa ansia, sono sicuro di essere arrivato giusto ma niente da fare. Decido si spostarmi leggermene verso il basso e lì inizia un calvario che dura 12 minuti. Mi prende uno sconforto micidiale… non capisco, non riesco a riprendere il contatto carta. Ritorno alla roccia di nuovo, ma nulla, la buca non c’è. Non passa nessuno. Lo sconforto si impossessa di me totalmente, non riesco a reagire. Tutto di un tratto è come se tutte le energie uscissero dal mio corpo. Una sensazione veramente brutta. Dopo un po’ mi guardo attorno, vedo altri orientisti in lontananza e appare un’altra grande roccia. E’quella vicina al punto. Arrivare alla buca è un gioco da ragazzi. Anche al traguardo non riesco a capacitarmi e a capire cosa sia successo, dov’era quella roccia che mi ha ingannato. Perché non ho capito..perchè non mi sono in ogni caso rilocalizzato in fretta come ho fatto al punto precedente.
Punzonato il punto 9 ho una grande voglia di ritirarmi, mi prende quasi un rifiuto per lo sport che tanto mi appassiona, tanta è la delusione di aver visto sfumare l’occasione per ricaricare il morale.
Mi impongo di impegnarmi fino al traguardo, ma non mi diverto più. Paradosso dei paradossi, non sbaglio quasi una virgola…
Arrivato alla fine, mano a mano che il muscolo si raffredda il dolore aumenta e mentre scrivo (ore 23.00) fatico quasi a camminare.
Credo che la gara sia stata molto interessante, corsa su una zona molto tecnica e impegnativa sia fisicamente che tecnicamente. La difficoltà maggiore che ho incontrato è stata leggere i particolari delle curve di livello che con stampa laser, e con la scala al 10.000 erano davvero problematici da comprendere in corsa. Quando Enrico Casagrande a fine gara mi ha fatto vedere la sua “tutti i punti” in scala 7500… ho provato un po’ di invidia in quanto con quella scala la gara sarebbe stato più divertente. Peccato che i regolamenti siano così rigidi…in questo caso sarebbe bastata un po’di beata elasticità regolamentare, per permettere agli organizzatori l’uso del 7500 e farci divertire molto di più. Un complimento d Antonio Baccega: la sua prestazione dimostra che quando c’è la classe…. non c’è gamba, carta, età e altro che tenga…la dimostrazione lampante che trovare stupide scuse è esercizio sciocco e ingannevole verso se stessi. I campioni vanno sempre forte, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi sia la carta, la scala, la stampa, il meteo, le circostanze ecc.ecc..
Per questo motivo quando le cose vanno male l’unica cosa utile da fare è avere il rigore morale di guardarsi dentro, non cercare scuse, abbassare la testa e cercare la forza per reagire.
In ogni caso grazie agli amici dell’Orienteering Pergine e Villazzano per avere proposto questa zona nuova.
Per me invece…. un altro boccone amaro da mandare giù, con un Week end che doveva essere quello del rilancio e che invece mi ha demoralizzato ancor di più. E beffa oltre al danno, lasciato una gamba parecchio malconcia. Ho paura a pensare a domani mattina quando dovrò scendere dal letto.
Speriamo che la ruota giri in fretta. Adesso come adesso… non ne gira una di giuste.
PS per Stegal. 2-0 per te!!

5 commenti:

stegal ha detto...

2-0 per me ?
Diciamo allora 15-2 per te!
Su col morale che, come hai ben detto, l'orienteering è uno sport nel quale si incontrano periodi in cui tutto va male anche oltre le nostre più nere previsioni.

Poi per fortuna arrivano anche i periodi col vento in poppa. Ed io ho paura che a breve vedrò il mio vento interrompersi...

Anonimo ha detto...

Dai Andrea,
la ruota gira....girerà anche nel verso giusto prima o poi (meglio prima).
Sarebbe bello vederti tornare alle competizioni con l'entusiasmo di qualche anno fa...

SILVAN ha detto...

Tu che hai la scorza dura e un grande entusiasmo non tarderai a rifarti!! =)
Una buona staffetta in prima frazione con Candotti potrebbe essere un' ottima occasione...

Andrea Segatta ha detto...

Intanto ho ancora una "palla" al posto della coscia. Sono sorpreso dal fatto che sono riuscito comunque a finire la gara in quelle condizioni... e osservando gli split, se non avessi fatto quell'errore pazzesco mi sarei anche piazzato bene!! Mah... spero di riuscire a recuperare per sabato, anche se senza nemmeno un allenamento in settimana non mi presenterò in condizioni eccelse.
Spero mi aiuti l'effetto "cagnaccio" ovvero Michele che mi aspetta al cambio e mi fa un mazzo grosso come il Lagorai se non arrivo con un buon tempo :)

Anonimo ha detto...

good start