domenica 3 aprile 2011

OLTREBRENTA – 1° prova coppa Italia 2011

PM…. il risultato di giornata. Quello che nessun orientista vorrebbe sentirsi dire dopo aver scaricato i suoi dati Sport Ident all’arrivo. Passati i primi 20 secondi di incazzatura solenne, anche perché la lanterna saltata era la penultima a 70 metri dalla 100, e analizzando bene la trappola che si è venuta a creare sulla carta credo che non posso prendermela più di tanto in quanto è stato un errore che può capitare di commettere. Meglio di certo era punzonare anche quella lanterna, ma il mucchio di punti disegnati in pochi centimetri di carta mi fornisce una certa giustificazione.
La gara, ottimamente organizzata nella logistica e con percorsi estremamente tecnici, si è svolta su un tipo di carta che proprio non riesco a digerire. Possibilità di corsa molto limitate da un terreno estremamente disconnesso e gran parte della navigazione in zone verdi dove a causa della mia scarsa abilità, la principale preoccupazione è non prendere una ramata in faccia o non procurarmi una distorsione alle caviglie. A molti questo piace, a me che non sono un “duro” purtroppo non piace affatto. Le mie gambe e braccia grattugiate nonostante un abbigliamento protettivo specifico se potessero questa sera mi manderebbero affffa…nzumm
Considerando il tempo che ho fatto segnare (1h esatta) sarebbe da “integrare” con non più di 20 secondi per punzonare la lanterna 18 che ho saltato, non posso essere del tutto insoddisfatto della prestazione, considerato che da quel bosco qualche anno fa non sarei uscito vivo.
I miei errori si sono concentrati alla lanterna 2, e ci può stare, perché il punto era oggettivamente difficile: buca nel verde (il tipo di punto più subdolo dell’orientamento) senza alcun punto di attacco significativo. Lanterna 5: qui pascolavano nell’ordine : Denis Dalla Santa, Enrico Casagrande e … ebbene sì incredibbbbbbile pure lui il maestro dei maestri Pierpaolo Corona!!! Se tutte codeste pietre miliari dell’Orienteering italico hanno avuto i loro bei problemi, davvero mi sento assolutamente giustificato per i 3-4 minuti che ho perso.
Dopo quel punto provo ad attaccarmi al treno “superlusso” che si viene a creare. Con soddisfazione vedo che fisicamente sarei in grado di seguirli con facilità, ma è evidente che non risucirei a leggere la carta. Allora li lascio andare al loro impressionante ritmo di corsa-lettura, perché la vera sfida è con me stesso e correre dietro agli altri tenendo solo la carta in mano non è a mio modo di vedere cosa ne leale ne sensata.
L’errore più grave è stato quello alla 9, almeno 7 minuti, dove i riferimenti per arrivare al punto c’erano. Per il resto, con qualche imprecisione ho trovato bene i punti e su una carta simile non è cosa da buttare. Un tempo di 50 minuti, con appena un pizzico di attenzione in più, era decisamente alla portata.
Ma veniamo al fattaccio (per me , Rusky e Grilli) della giornata. Arrivo al punto e 17 mancano due lanterne alla fine. La 18 e la 19 hanno i cerchi praticamente tangenti da quanto sono attaccate. A complicare la leggibilità della zona il punto 7 e l’arrivo molto vicini pure quelli. Ma la trappola mortale è la doppia riga rossa, con le linee quasi parallele delle tratte 8-9 e 17-18 in direzioni opposte fra loro. Arrivato alla 17, forse anche per la voglia di sprintare la mia attenzione si è spostata dalla linea 17-18 alla linea della tratta 8-9 che portava diretti alla 100. Altro elemento che mi ha ingannato è stato che il numero 18 è posizionato sulla linea congiungente la tratta 8-9. Forse sarebbe stato più chiaro posizionarlo verso il cerchio della lanterna 18 vicino alla corrispettiva linea rossa.
Frittata servita e a casa con la PM. Non cerco scuse, la colpa è solo mia e dovevo stare più attento. Un calo di concentrazione mi è costato la squalifica anche se, come già detto, la trappola era cattivella ed esserci caduto è una cosa che rientra nel campo dell’accetabilità, specie alla fine della gara quando la stanchezza toglie lucidità. La cosa che più mi è dispiaciuta è aver trascinato all’errore l’amico Marco “Rusky”…. con il quale mi sono scusato a fine gara pur non avendo colpe, ma capendo che è stato il mio sprint finale a trarlo in inganno.
Una bella lezione per le prossime volte.
Finisco con i complimenti al vincitore Enrico… Meno di 40 minuti, un tempo stellare, anche considerando qualche minuto di pascolata alla 5. Per me decisamente fuori portata, su terreni del genere.

23 commenti:

Rusky the original ha detto...

Probabilmente ti sarai scusato con qualcun'altro Rusky di nome Michele.... pure Mary non capiva di chi stavi parlando! La prossima volta parla con Marco Rusky...-)); un saluto.

Dopolav-ori ha detto...

Nooo, ti prego, risparmiaci i particolari anatomici fotografici!!! Erano discutibili quelli di Superlau, figurati che effetto possono fare i tuoi sugli animi sensibili degli orientisti!!!

Andrea Segatta ha detto...

Pardonnn Marco. Corretto subito.

Per Dario.... la cosa è voluta: la prossima gara sei orientisticametne sconvolto perché ti tornerà in mente quella terrificante immagine, e quindi avrò maggiori probabilità di batterti. Ormai devo ricorrere a questi trucchi.
A parte gli scherzi... ieri avevo le gambe in fiamme... bruciavano da "fuego"

Andrea Segatta ha detto...

Split subito disponibili! Bravi gli organizzatori.

Anonimo ha detto...

Personalmente non so se invidiare chi dice di divertirsi a disputare gare NAZIONALI come quelle di questo primo assaggio di stagione, o se mettermi a sorridere.
Una volta, ormai tanto tempo fa, per organizzare una bella gara nazionale, una cartina di 4-5 kmq. era il minimo per garantire una certa qualità e la soddisfazione dei concorrenti. Ora bastano un paio di francobolli da meno di 1 kmq. uniti da un prato e una strada e il gioco è fatto. Dimenticavo, il bosco però deve essere lento e intricato, TECNICO come si usa dire. Bisogna uscirne con le gambe e le braccia segnate, e magari con qualche caviglia gonfia. Che sui boschi ampi, veloci e puliti ci corrano pure gli Svizzeri e gli Austriaci! Ma del resto, cosa vuoi che ne capiscano loro di Orienteering ...

Andrea Segatta ha detto...

Caro Stefano, sono TOTALMENTE d'accordo con te. Non mi diverto a massacrarmi gambe e caviglie. Ogni tanto sogno di correre a Barricata, Marcesina, Millegrobbe, Passo Coe.
Purtroppo però, come dici tu, la tendenza è quella di fare gare su terreni infami "perché sono tecnici". A mio modo di vedere le capacità tecniche si possono valorizzare anche su terreni magnifici e sui quali correre è un piacere piuttosto che una sofferenza.
Sono certo che la tua O-marathon della Lessinia ci darà grandi soddisfazioni in questo senso. E mi sto allenando forte per arrivarci preparato! Confesso che è uno dei miei obiettivi stagionali!

Anonimo ha detto...

Ti dirò di più, caro Andrea: Non so se hai letto le lunghezze dei percorsi della prossima gara di Coppa Italia di Passo S. Boldo.
L’M55 (long) prevede 2.930 m. con 135 di dislivello. E cioè 4,28 kmsf. (roba da 25’-30’ se il terreno non è il solito merdaio).
La categoria di Renzo Depaoli, Renzo Bernabè, Armando Martignago, Giancarlo Dell'Eva, ecc. (sempre long) prevede 2.660 m. con 120 di dislivello. Praticamente 210 m. in lunghezza più della sprint del giorno prima. Tra una long e una sprint la differenza è quindi (per l’M60) di 210 m.
Se poi hai la sventura di avere 70 anni, sprint o long non fa alcuna differenza.
Stefano

Stefano ha detto...

Io credo che il terreno di domenica fosse tecnico a prescindere dal fondo del terreno (dal "pavimento" per intenderci). Poi posso essere d'accordo sul fatto he anche a me piace correre a Barricata, a Monte Livata, nelle faggete e dove c'è la possibilità di spingere la falcata (per gli altri).
A me per esempio hanno sempre parlato benissimo della cartina di Bellamonte sulla quale si correva il trofeo Fiamme Gialle: più "francobolli" di quelli non ce ne sono, eppure lì si perdevano persino i nazionali.

Con questo vorrei dire che l'orienteering l'abbiamo corso su tanti terreni diversissimi, persino al Parco delle Cascine di Firenze, e se tiriamo in ballo la Svizzera (o almeno il Canton Ticino) posso confermare per ampia frequentazione che posti come Rovio, Gudo, Taverne, la Capriasca ed altri ancora possono far diventare OltreBrenta un biliardo :-)

Alla prossima, con un abbraccio!

Anonimo ha detto...

... infatti a Rovio (nome che è tutto un programma), Gudo, Taverne ... lascio pure che ci vadano altri. E comunque il Ticino non è LA Svizzera. Personalmente ne ho le tasche piene di farmi trasferte di ore di macchina per gare TECNICHE di 3 km. su terreni dove a ogni passo ti puoi far male. Se ho voglia di farmi una gara breve preferisco allora un bel CS; almeno lì, se il tracciatore è in gamba, ti fanno correre pensando, e non vagare tra sassi e rovi.

Bepi Simoni ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Bepi Simoni ha detto...

Ho eliminato il post di prima perchè mi sono accorto di essere stato troppo caustico... ma qualcosa va detto:

Purtroppo se non si capirà che l'orienteering a livello internazionale sta cambiando i nostri Atleti non cresceranno mai.
Lego i blog ed i commenti dei vecchi (vecchi nella concezione del nostro sport intendo) e trovo commenti sicuramente negativi; leggo i commenti degli Elite, dei giovani più promettenti o comunque di chi ha avuto esperienze Nazionali/Internazionali di alto livello (vedi 35/40/45) e leggo commenti entusiastici... Allora penso che sia ora di fare un esame di coscienza e pensare che fare una carta tecnica vicina a casa, anche di soli 7 km2 (si sono 7 quelli di Oltrebrenta, di cui 4,5 di bosco , ma il regolamento internazionale prevede che si stampi solo la carta utilizzata per i tracciati e non i soliti lenzuoli), sia positivo per poterci allenare quelli che un domani saranno gli Atleti che ci dovranno rappresentare nel mondo.
Il Commento di Tenani a fine gara è stato emblematico se qualcuno ha voluto aprire le orecchie: 'sono gare come queste che possono preparare noi Atleti alle gare Internazionali'. Le gare Nazionali DEVONO essere tecniche e difficili anche fisicamente - se vogliamo (ammesso che lo vogliamo veramente) aumentare il livello Tecnico dei nostri Atleti è così. Se invece preferiamo rimanere nel limbo delle garette dove c'è anche il tempo di guardare il panorama da un punto all'altro beh... rimaniamo un gruppetto di amici come eravamo 30 anni fa.
Per carità, il gradimento di un terreno come quello di oltrebrenta è sicuramente soggettivo, come lo è quello della zona cosiddetta “inferno” di forte Cherle dove tra sassi, ortiche e buche un certo Maamlev , alla prima tappa della 5 giorni del 2007 (WRE) ha recuperato 5 minuti a tutti in soli 2,5 km; o come la zona di Fusine, ‘stracriticata’ da molti e dove mi sono perso anche io, ma dove vengono ad allenarsi le squadre Nazionali estere. Ma ci sarebbero tanti altri esempi che se ne potrebbe scrivere un trattato.
Insomma, ogni persona ha il suo modo di vedere, ma ripeto che fare Orienteering, è anche utilizzare queste zone intricate, come lo è diventato (e questo non è gradito a me) farlo nei parchi o nei centri storici; quindi per favore, prima di sputare giudizi “oggettivi” cerchiamo di aprire la mente e di capire che, anche se non si vuole, le cose si evolvono e cambiano…

rusky ha detto...

Concordo sul concetto espresso da Bepi: ormai in Italia abbiamo il partito degli orientisti no-limit e degli orientisti pistaroli. Ognuno ha le sue preferenze di terreno, lunghezza, difficoltà. Negli anni 90 c'erano solo le long, poi sono arrivate le middle, poi le sprint ed i park-o... insomma per tutti i gusti! quindi non vedo niente di male se ognuno difende le proprie convinzioni e preferenze agonistiche. Altro discorso è quello legato alla crescita dei giovani e degli èlite: qui il discorso è molto più ampio e credo che i risultati passati lo dimostrino... il problema è che, osservando le classifiche da orientista distratto, noto gli stessi nomi da parecchi anni (per non citare quelli che sono spariti) in cima alle classifiche segno che il ricambio generazionale è ancora molto lontano. Ho visto le classifiche della gara svizzera di domenica: 1400 partecipanti e tanti, tanti minorenni.... non credo sia solo un problema di cartine e terreni! Ma si sa che anche su questo argomento ci sono ricette differenti....

Andrea Segatta ha detto...

Per il caro Bepi.
Ci tengo molto a sottolineare una cosa, data la stima e l'amicizia che ho nei tuoi confronti e che sono certo anche tu condividi.
Io non ho dato un giudizio generale sulla gara perché ritenendomi un orientista di serie B, oltretutto non credo di averne titolo.
Nella mail privata ti ho fatto i complimenti per l'organizzazione dell'evento che mi è sembrata impeccabile, al limite della perfezione.
Sottolineato questo, non credo di offendere nessuno esprimendo una mia preferenza del tutto personale su certi tipi di terreno. Come ho già scritto ho le caviglie di vetro, delicate.. da "pistarolo" usando l'azzeccatissimo termine citato da Rusky pertanto correre in certi posti, come in Oltrebrenta, per me è una sofferenza e non riesco a divertirmi più di tanto in quanto in carriera ho subito tre infortuni molto gravi che mi hanno portato tre volte "sotto i ferri" e riconosco che in certe situazioni un po'estreme mi prende il timore di "spaccarmi" di nuovo.
Aggiungo anche che non avendo la spiccata capacità di leggere la carta in corsa, trovami per gran parte della gara in mezzo a ramaglie e rovi, non migliora di certo le cose.
Ma questo non significa che la gara non sia stata degna in termini generali. Sicuramente nel DNA di un orientista ci deve essere anche il sapersi muovere in certi tipi di terreno diciamo scomodo.
Purtroppo per me lì in mezzo ho l'agilità di una foca e una possibilità di "rompermi" direi molto elevata, riconoscendo in questo un mio limite del tutto personale.
Come hai scritto tu e anche Rusky, a molti invece un terreno così esalta. Per questa ragione, ad esempio, ho già deciso che a Marilleva non mi presenterò al via, memore della gara di qualche anno fa. Non mi va = sto a casa, sono certo che a nessuno peserà la mia assenza :) :)
Spero di avere ribadito bene il concetto, rispettando le opinioni di tutti.

Bepi Simoni ha detto...

Caro Andrea,
il mio commento non era rivolto a te; è una cosa più generica e ribadisco i concetto: ormai l'Orienteering si è evoluto ed ha molteplici aspetti accomunati quasi solo dalla lettura della carta che pure, se una volta era unica, con la stessa simbologia persino per lo Sci-o, ormai è diversa nella scala, nella simbologia, nella specialità.
Non parliamo poi di MTBO di TRAIL-O, SCI-O. e poi Sprint, middle, long, notturne, marathon, relay, relay a coppie, miste; one-man relay, mass-start, centri-storici, farfalle e altri volatili...
Insomma, serve elesticità mentale per accettare quest'evoluzione anche se rimane comunque la preferenza di ognuno per la singola specialità, il tipo di terreno, il tipo di gara ecc. ecc.

L'importante è rispettare le preferenze ed il lavoro di tutti. La "biodiversità" è una ricchezza in natura; facciamo che sia una ricchezza anche per noi.

Andrea Segatta ha detto...

Bepi, direi che questo tuo ultimo commento è da incorniciare come la sintesi PERFETTA sull'argomento.

rusky ha detto...

@ Bepi - ti volevo fare una domanda provocatoria: questo weekend, in Svizzera, hanno fatto una notturna di 20 kmsf (gli uomini) e 14 kmsf. (le donne) se non sbaglio. Secondo te, hai sbagliato tu a fare la notturna troppo corta e semplice oppure c'era il rischio che la metà degli atleti non la terminasse? e se ciò fosse avvenuto, è meglio accontentare tutti con la prima opzione oppure accontetare 10/15 persone e fare la seconda? a meno che, adesso, non si scopra che 50 èlite italiani avrebbero voluto fare 20 kmsf. notturni, in quel caso, la domanda non si porrebbe....

Lessinia Orienteering Bosco Chiesanuova ha detto...

Chiedere ai nostri Elite di commentare un terreno e un tracciato cosiddetto TECNICO è come chiedere all'oste se il vino che vende è buono o meno. Se il vostro unico punto di riferimento è la categoria Elite per proporre terreni e tracciati, allora tutti gli altri se ne possono stare a casa.
O fanno comodo perchè pagano anche loro i 10 Euro di iscrizione? Secondo me è giusto che in gare come le nostre (soprattutto quelle nazionali) vengano soddisfatte il maggior numero di esigenze, quelle di Alessio come quelle di Andrea, quelle del miglior M14 come quelle di Chiara Ramorino. Ma avete provato a chiedere a Chiara se per lei sia più importante divertirsi lungo il suo percorso, o se sia più importante il miglioramento tecnico di Daniele Pagliari ?(nome a caso). C'è gente che si sciroppa 700 km. in auto e voi gli venite a raccontare che è più importante soddisfare le esigenze dei nostri Elite? Che nell'inferno di Forte Cherle Mamleev ha recuperato 5' a tutti? Ma un bel CHISSENEFREGA non ve l'ha mai sbattuto in faccia nessuno?

Anonimo ha detto...

Il commento precedente era mio, ovviamente
Stefano Z.

rusky ha detto...

La mia domanda a Bepi è riferita alla notturna, che era riservata solo agli elite! tutte le altre categorie erano di contorno.... se, invece, vogliamo affrontare altri discorsi credo che non ne verremo mai a capo perchè le esigenze di ognuno di noi sono difficilmente conciliabili.

Andrea Segatta ha detto...

Mi spiace molto di aver creato un tale polverone, davvero non pensavo.
Posso solo ridire di sentirmi, senza retorica, un orientista di serie B, e che proprio per questo non ha la minima "pretesa" di volere che le gare vengano fatte a mio piacimento. Chi scrive o pensa questo è in mala fede.
Che però, sul mio blog, possa esprimere una pacatissima opinione personale su ciò che mi piace o meno in Orientamento,ripeto senza aver mai scritto mezza riga offensiva o vantando pretese verso chicchessia, mi pare una cosa che non possa dare fastidio a nessuno. A meno appunto che non ci sia mala fede dietro.
Ribadisco che ho trovato l'organizzazione della gara in Oltrebrenta eccellente, e ho anche notato tanti giovani che lavoravano e che giustamente devono far sentire un grande orgoglio a Bepi.
Ma anche che io possa esprimere le mie sensazioni è altrettanto sacrosanto.

MatPaz ha detto...

@rusky

la notturna l'ho tracciata io e accolgo la tua provocazione :-)

Pe tracciare una nottuana da 20 kms ci vuole inanzitutto la cartina che te lo permetta e poi avere gli atleti che li sopportino (anche calcolando che il giorno dopo c'è una coppa italia)
In conclusione non paragoniamo sempre gli orientisti italiani agli atleti svizzeri, qui da noi molti si spaventano vedendo 10kms.
:-)

rusky ha detto...

Con l'ultima frase mi hai indirettamente risposto... La mia domanda, appunto provocatoria, verteva sul fatto che stava nascendo un dibattito sulla carenza di gare di livello che servissero ad far crescere gli elite. Ho paragonato la Svizzera (ma c'erano anche i finlandesi ed altri) ma potrei dire che lo stesso vale per altri paesi evoluti orientisticamente. Io lo so che molti non avrebbero partecipato ad una notturna da 2 ore (i migliori hanno fatto oltre 1 e mezza)e per questo chiedevo se è più giusto accontentari i pochi che l'avrebbero conclusa oppure farla più facile scontentando coloro che vorrebbero notturne più simili allo standart europeo. Quindi era una domanda oripolitica ....

Anonimo ha detto...

Beh per la notturna forse si poteva fare un elite da 2 ore e un MA da un ora così andava bene a tutti.
Per me.... era lunga quella da 7.5 km, ma proprio per questo ci sono tante categorie nell'orientamento.
Michele Trent-O