domenica 16 settembre 2007

Camionato Trentino Sprint 2007

Niente scuse, niente giustificazioni: la mia prestazione in questa gara è stata decisamente deludente.
Questi campionati trentini sprint (C.T.S) mi hanno però chiarito definitivamente le idee sui due tipi di gare sprint in cui si gareggia.
1) Veloce: in cui il livello di difficoltà tecnica e di lettura è basso e di conseguenza i ritmi di corsa sono molto veloci. Questo tipo di gara, in Italia è quasi sconosciuto e le uniche gare con simili caratteristiche le vedo su internet, specie in manifestazioni di una certa importanza.

2) Corta: definibile sprint solo per il fatto di essere corta in termini di distanza. Tuttavia esistono difficoltà tecniche, o problemi di lettura dovuti al fatto che la gara impone ritmi di percorrenza molto veloci.
Il C.T.S 2007 appartiene senza dubbio al secondo tipo di gara descritto. Queste competizioni se affrontate a ad andatura moderata sono indubbiamente semplici, ma il livello di difficoltà aumenta di parecchio se si prova a tenere ritmi di corsa veloci, anche velocissimi. Obiettivamente la difficoltà sta tutta in questo.
Di conseguenza si possono adottare due tipi di strategia. La prima è di fare una gara regolare e in sicurezza, che quasi sempre premia con un buon piazzamento, ma che difficilmente permette di ambire alle primissime posizioni. La seconda è una gara di attacco, corsa “a tutto gas”, con alto rischio di sbagliare, e vedersi passare in classifica dai “regolaristi”. Se mai ci fosse qualche dubbio io da sempre nelle sprint scelgo l’opzione “o la va o la spacca” e purtroppo spesso finisco nelle “basse” della classifica, facendo probabilmente sogghignare qualcuno. (Una gara però l’ho quasi azzeccata: campionati Italiani sprint 2006 a Marcesina, 9°posto )
Per le mie capacità attuali correre una gara come questo C.T.S non era affatto facile. I punti erano spesso vicinissimi fra loro, pertanto era difficile riuscire a lanciare la propria corsa in quanto si arrivava immediatamente alla zona punto successiva. A mio avviso le capacità orientistiche più importanti in questi casi sono:
- capacità di lettura in corsa e FERREO contatto carta terreno;
- uscita dal punto ben pianificata. In molte tratte appena usciti dal punto ci si ritrovava presso il successivo.
Non ho ancora queste qualità, faccio molta fatica a tenere il contatto carta terreno a grandi velocità e in centri dove c’è un cambio di direzione ogni poche decine di metri. In futuro devo cercare di migliorare molto queste tecniche specifiche.
Analizzo adesso la mia gara: in blu quello che ho fatto, in verde quello che avrei dovuto fare.
La partenza è stata discreta: punti 1 e 2 buoni.
Punto 3 primi problemi. Innanzitutto faccio una scelta (a posteriori) sbagliata scendendo in basso. Infatti stando alti si percorrevano pochi metri in più ma si diminuiva la necessità di lettura e la probabilità di commettere errori. Infatti vado lungo entrando nella laterale successiva a quella della lanterna. Classico attacco di panico da “…dove è, dove è ?!?!?”. Capire cosa è successo ed entrare nella via giusta mi costa almeno 1 minuto, ma forse più (leggerò gli split).
Punti 4-5-6 molto bene : veloce, deciso e preciso.
Punto 7 il fattaccio : forse forzo troppo i ritmi nei punti precedenti e non vedo la ovvia scelta disegnata in verde. Poco male, anche salendo non si perde molto ma mi fermo alla roccia prima di quella dove sta la lanterna… mi sembra di essere nel posto giusto…. Capisco e proseguo ma sono sopra la roccia, e non leggo bene la descrizione punto che dice chiaramente al piede inferiore. Scendo a “bomba” verso il basso e mi si gela il sangue guardando in alto: vedo la lanterna e capisco che dove mi ero fermato era a non più di 2 metri di distanza dal prisma bianco-arancio. Stima errore 2 minuti. Capisco che la gara è irrimediabilemente compromessa.
Punti 8-9-10-11 bene.
Punto 12 entro nel vicoletto prima. Arrivo sulla via principale, capisco al volo e rientro veloce al punto. Errore di 30 secondo circa.
In definitiva posso stimare che senza gli errori avrei potuto correre in circa 15 minuti e quindi in ogni caso ancora a più di un minuto dai primi (Complimenti ad Enrico che al rientro dopo qualche acciacco alla schiena è andato subito forte) . Ciò conferma la mia inadeguatezza tecnica, dovuta ai motivi sopra descritti.

Un’altra considerazione interessante : il fatto che Baccega abbia battuto Cipriani conferma la “teoria” sul tipo di sprint corsa. Non credo di dire un eresia se affermo che di corsa “pura” Andrea possa correre 1 minuto al Km più veloce del “maestro della tecnica” Baccega. Eppure è stato quest’ultimo a spuntarla.
Infine un plauso agli organizzatori : gara simpatica, buoni tracciati, bella coreografia per la partenza tipo “rally” da un palchetto. Ottimo anche il simpaticissimo Antonio Loss come speaker.
Io invece spero un giorno di poter correre una sprint di tipo “veloce”, più adatta alle mie caratteristiche.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A vedere la carta direi che la difficoltà principale stava nella lettura (a volte è difficile vedere anche il cerchietto e il numero). Personalmente, come ormai penso sia noto, preferisco che le gare sprint vengano disputate in un bosco veloce, in un parco, senza particolari troppo ravvicinati e confusi, oppure nei centri cittadini senza trabocchetti, dove sia capibile con immediatezza da che parte si può passare e dove non si può passare. Dove si possa correre veloce insomma, altrimenti che Sprint è? O quantomeno farei dei distinguo tra le categorie: ai laghi di Fusine (1° giorno) a esempio gli Elite si sono lamentati perché il percorso e la carta erano facili e banali, i master si sono invece divertiti. Lo stesso a Marcésina nel 2006. Sono sicuro che questa carta usata ai Campionati Trentini sia molto ben rilevata e altrettanto ben disegnata, ma non la vedo adatta a una gara sprint, in special modo per certe categorie. Più in generale potrei affermare che la specialità Sprint non abbia molto senso per gli M/W 14 o per gli M/W50, a meno che i terreni disponibili non siano come quelli sopra accennato (Fusine sabato e Marcésina). Il massimo sarebbe poter disporre di una carta con una parte molto scorrevole (dove farci correre i Master e i giovanissimi, e di una parte molto più dettagliata, da dedicare agli Elite e dintorni). A laghi di Fusine questo si poteva fare, però sappiamo come invece sia andata.