sabato 19 ottobre 2013

Un progresso è ancora possibile?

Anche la stagione orientistica 2013 sta per entrare negli archivi. Fortunatamente per me, che ho dovuto affrontare un lungo stop per problemi da cui sto piano piano uscendo, c'è ancora qualche garetta per tornare a divertirsi.
Ma nonostante questo, come ogni anno, inizio a pormi l'interrogativo di cosa ha portato questa stagione. E l'analisi che faccio riguarda ormai esclusivamente il lato tecnico della disciplina perché dal punto di vista atletico, se non ci sono problemi particolari, ormai so bene cosa posso dare e quanto posso rendere.
Il punto cardine dell'analisi è che anche nel 2013, non sono riuscito ad inanellare una serie di gare tecnicamente pulite, cosa che avrei voluto fortemente. E allora nella mia testa si sta insinuando quel subdolo dubbio, che arrivati a 12 anni di attività e 250 gare circa, non ci siano più ragionevoli possibilità di fare "salti di qualità" significativi, dove per tali intendo appunto riuscire a fare un "filotto" di gare consecutive a livello errori molto basso. 
Questa percezione deve allora far pensare di essere arrivati al top delle proprie capacità? E' una bella domanda.... molto interessante. La risposta dettata dalla ragione è che effettivamente se non ci sono riuscito finora non ci dovrebbero essere grandi speranze.... Eppure, in questa stagione ho disputato delle gare in cui mi sono sentito molto a mio agio dal punto di vista tecnico, in ottima simbiosi nel rapporto corsa-lettura, percependo che un ulteriore miglioramento si stava concretizzando.
Una cosa è certa: in molte gare non sono riuscito ancora ad eliminare il punto maledetto che compromette tutto il resto della prestazione.
Un esempio da casistica perfetta è stata l'ultima gara long nell'altopiano di Lavarone. Sebbene ai minimi storici di resa atletica, facendo forza su un incrollabile forza di volontà e capacità di resistenza alla fatica, stavo correndo una gara veramente buona. Tanto che al punto spettacolo, sentivo dalo speaker "the voice" Stegal che stavo "andando sotto" a un avversario decisamente più forte di me. Da subito ho cancellato questa informazione dalla mia testa, per rimanere molto concentrato. E infatti i due punti successivi sono andati benissimo. Poi , nota dolente l'erroraccio che ha rovinato gara e 2 giorni. In prossimità del punto 10 (per stessa ammissione del vincitore della gara, che no è uno qualunque) un sentiero non è segnato e una zona vicino al punto è vaga. E vengono a galla tutti i limiti di tenuta mentale. Percepisco che c'è qualcosa che non va, ma non trovo un rimedio che a posteriori sembrerebbe assai facile. Perdo tanto, ma davvero tanto tempo a rientrare in me stesso e andare ad individuare la lanterna. A fine gara sono molto dispiaciuto di avere compromesso una gara senza il mimino errore, per un solo attimo di distrazione.
Questa sarà la mia nuova frontiera : nonostante sappia benissimo che per molti sono stato, sono e sempre rimarrò il pistarolo ignorante, ho preso coscienza di aver imparato a fare l'orientamento. E in certe circostanze , anche bene. In certe circostanze bene e velocemente.
Manca l'ultimo step : farlo per tutta la gara.
Sarà possibile? O forse no, forse ho già raggiunto il mio limite di capacità mentale?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Andrea, pistarolo ignorante sicuramente no. Pensa che per uno che corre ce ne sono 10 casa sul divano a guardare la partita.
Quindi ... a te le conclusioni.
Con molto piacere ci vediamo domenica ...
Simone