Mercoledì sera sono stato a Borgo
Valsugana alla serata con Alessandro Donati, il noto maestro dello sport del
CONI, allenatore e uomo simbolo della lotta al Doping. Ho conosciuto una
persona intrisa delle cose che più amo: l'onestà, la passione, la competenza.
Un uomo che, in nome degli ideali ricordati, ha condotto battaglie
tremendamente difficili, da solo, caricandosi del peso delle violentissime
rappresaglie che il sistema pianificato del doping di stato gli ha scatenato
contro.
Un uomo da erigere ad esempio di
qualità umane e professionali.
Anche se la sua ricerca della
verità, mi ha privato dell'ammirazione genuina che ho avuto per molti
"campioni senza valore", che sono stati dei riferimenti della mia
gioventù sportiva, credo che il mondo dello sport, quello vero, dovrebbe
sommergere di riconoscenza Alessandro Donati.
Con le sue parole e il suo
esempio di vita ci ha riconsegnato la morale dello sport vero, quello fatto per
passione. Del confronto LEALE fra atleti che si misurano fra loro,
complimentandosi a fine gara se un avversario è stato migliore di noi. Sono
uscito dalla serata di Mercoledì amareggiato per la delusione (già comunque
metabolizzata attraverso la lettura del suo libro "lo sport del
doping") ma anche con un'immensa felicità e fierezza per essere stato (e
nel mio piccolo essendolo anche ora) uno sportivo praticante leale e
cristallino.
Non un campione, certamente, ma
uno sportivo vero. E in un sistema dello sport di Elite drogato, può essere un
vanto senza prezzo.
Grazie, grazie, grazie, Maestro
dello Sport Alessandro Donati.
Nessun commento:
Posta un commento