Si è conclusa Domenica a Caldonazzo
questa edizione dell’Oricup Inverno. La prima cosa da dire è un grazie
grande come una montagna agli organizzatori che ci hanno permesso in questo
periodo solitamente avaro di possibilità, di divertirci come matti e tenerci in
esercizio con la carta e la bussola per tutto l’inverno. Davvero una cosa
impagabile e che spero si ripeterà a lungo negli anni. Con delle “chicche” da
far invidia a manifestazioni di ben maggior prestigio come le analisi gara di Orimarty…
e Rauss. Quindi un post dedicato alla sequenza delle gare non poteva certo mancare.
L’esordio si è svolto a Marter
nella temibile carta della Pineta San Silvestro dove da anni colleziono pessime
figure, e per non voler mancare di rispetto alla tradizione anche quest’anno è
stato un disastro. Quella cartina in standard issom non riesco proprio a
leggerla, in particolare i sentieri è come se non ci fossero. Amen.
Accorpo le due gare di Pergine,
dove correndo in casa e godendo perciò di un innegabile vantaggio, in coincidenza con
l’inizio di una graduale ripresa atletica ho collezionato un quinto e un
secondo posto dietro a “Sir” Oricup Fabietto Daves. Un risultato che mi ha dato
molta fiducia e stimolo nel tornare ad allenarmi con convinzione e costanza. Durante
l’inverno.
A Borgo Valsugana, pur con un errore
perdonabile (si legga post) e con una condizione non ancora perfetta ho avuto
la percezione che la ruota stava girando dopo un anno di difficoltà, e ho
capito che se avessi continuato ad impegnarmi nella preparazione i risultati
sarebbero arrivati in non molto tempo.
La gara migliore è stata
certamente quella di Pinè, dove sono riuscito a coniugare corsa spinta e
lettura come forse non mai, anche se in una carta cittadina. Solo un sontuoso Dopolavori mi ha negato la soddisfazione di tornare a vincere
una “garetta”. Ma in ogni caso è stato oro che colava! L’anno scorso in quel
periodo ero afflosciato, senza nemmeno sapere il perché.
Ad Agnedo, seppure con qualche
acciacco alla schiena, il trend positivo è stato confermato nella gara forse
più impegnativa dal punto di vista fisico. Nella mia penultima “tappa” di
Roncegno (assente a Madrano per impegni di lavoro…. grrr proprio sulla mia seconda carta di “casa” ) un piccolo errore, ma sempre nel contesto di una gara
positiva specie dal punto di vista della corsa.
Il finale ieri alle Lochere di
Caldonazzo: una gara che sarebbe stata per me fenomenale se non fossi ricaduto
nel più superclassico dei miei “fault” orientistici. Il punto killer con errore
fuori misura all'interno di una gara che sarebbe stata perfetta sia dal punto
di vista atletico che di lettura della carta. Mi consola in parte il fatto che
dei “monumenti” come Lorenzo Vivian e Simone Grassi abbiamo lasciato parecchi
minuti su quel punto, cosa che non gli capita certo di spesso. Se hanno
sbagliato due come loro… ci sta che il pistarolo ignorante abbia lasciato la
gara in quel punto. Un’occasione comunque per tornare a riflettere sulla
tematica della “gestione dell’errore”: sbagliare capita e capiterà ancora tante
volte, ma rientrare in carta perdendo meno tempo possibile credo sia quasi più
importante che eliminare del tutto gli errori… cosa oggettivamente molto poco probabile purtroppo.
Nel complesso esco rinvigorito al
massimo da questo ciclo di piacevolissime gare inverali. Ora, neve permettendo,
è ora di pensare a qualche allenamento tecnico nel bosco prima di affrontare la
stagione primaverile ed estiva in gare più probanti e impegnative specie dal
punto di vista tecnico.
Ho addosso davvero una voglia
matta di correre.
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