Ci sono giorni in cui, parlando di orienteering, va tutto
alla grande e anche se ti sforzi di nasconderlo, sei molto carico e
soddisfatto.
Ci sono giorni neutri, in cui buono e cattivo si bilanciano,
e cerchi di capire se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
Ci sono giorni pessimi, in cui l’unico pensiero è che …. domani
è un altro giorno.
E infine ci sono le serie di giorni negativi, quelle che ti
fanno riflettere sul fatto che occorre “mettere mano” a qualcosa. Dopo un buon inizio di stagione nelle sprint, sono in quest’ultimo
stato: come va un po’ di moda dire, me ne devo fare una ragione. E la cosa a
cui devo “mettere mano”, anche in modo profondo e radicale, è la gestione
mentale delle gare. So bene di averlo già scritto e forse anche riscritto, ma
siccome siamo ancora al punto di partenza, occorre ripensarci di nuovo.
Oggi mi sento un po’ come un mio grande eroe : Wile il
coyote. E’ sempre stato uno dei miei idoli assoluti perché nonostante infiniti
tentativi di catturare il Road Runner, al secolo beep-beep, e che il più delle
volte si concludono in modo disastroso, lui non si arrende mai. Proprio mai! E
la cosa che lo rende più di tutto mio eroe è che nel progettare ogni nuovo sistema per
catturare il pennuto, profonde uguale e immutato entusiasmo. Quasi la serie di
infiniti fallimenti gli facesse un baffo.
Orientisticamente parlando, in questo momento mi sento
proprio come Wile il coyote: quello un po’ sfigato che ce la mette tutta, ma
proprio non ci riesce. E la cosa peggiore, rendendosi conto che in fondo in
fondo, obiettivamente, non sei nemmeno malaccio e tutto sommato spesso ci sai
anche fare.
Per fortuna mi ritrovo in sintonia con Wile anche nella metafora
del “don’t give up”, con il supporto motivazionale che nel corso della mia
vita, anche con fatica e sofferenza, ho raggiunto tanti traguardi che mi sono
prefisso e che in certe fasi mi sembravano irraggiungibili. Altrettanto
fortunatamente, nonostante un qualche risultato di spicco non arriva mai,
lo sport dell’orientamento continua a
piacermi e appassionarmi sempre come quando ho iniziato. Ho visto in questi anni tanti amici e avversari completare dei percorsi di crescita sportiva molto belli: prima o poi arriverà anche il mio turno.
Quello del controllo della mente durante una prova di sforzo
fisico, è una sfida troppo affascinante e stimolante per essere abbandonata. Riconoscere
un limite, umilmente, è la base per lavorarci e superarlo.
Ho anche deciso di riprendermi una pausa con il blog. Sento
più lo stimolo a riflettere che a scrivere. Per intanto grazie ai lettori : il
contatore visite è prossimo ai 40.000. Un numero che onestamente mi impressiona.
A presto.
2 commenti:
vai andrea, la tua passione ti farà ritrovare la via!
Stavo pensando a uno di quei razzi appena sotto il sedere come propulsore....spero di piazzarlo bene non vorrei maaiii .....Mike
Posta un commento