sabato 29 agosto 2009

Correlazione griglie di partenza piazzamenti

Prima di inziare questo post, che immagino susciterà qualche perplessità e mi costerà delle critiche, desidero congratularmi con “Misha” Mamleev per il suo terzo posto ai mondiali Ungheresi nella Long Distance. Il suo è un risultato fantastico, meritatissimo per un atleta che da anni dimostra di essere uno dei migliori orientisti al mondo abbinando capacità tecniche e fisiche da autentico fuoriclasse. Chi lo ha visto correre in bosco durante una gara non ha difficoltà a capire perché abbia raggiunto un simile risultato.
Il suo terzo posto ai mondiali, seguito ad un poco sportivo reclamo da parte della squadra finlandese che lo “accusava” di aver seguito il vincitore facendosi “trainare” al traguardo verso la medaglia di bronzo, ha riaperto un dibattito di vecchia data che trova sempre molto spazio e interesse sui blog orientistici.
Prima di iniziare sgomberiamo il campo da eventuali dubbi: la medaglia di Mamleev a mio modo di vedere è sacrosanta, meritata, bellissima, e le circostanze in cui è maturata sono quelle che da SEMPRE caratterizzano le gare di orientamento, che si tratti di campionati del mondo assoluti, che di gare promozionali Master. Proprio per questo una riflessione, serena e obiettiva è particolarmente interessante e stimolante.
Sempre per chiarezza inizio con lo scrivere il “Teorema” che sintetizza il mio pensiero e sulla quale poi si potranno sviluppare dei ragionamenti: LA GRIGLIA DI PARTENZA DI UNA GARA DI ORIENTAMENTO INFLUENZA SPESSO IN MANIERA DECISIVA I PIAZZAMENTI, PIU’ RARAMENTE IL PRIMO POSTO. PIU’ GLI INTERVALLI FRA LE PARTENZE SONO RIDOTTI, PIU’ VICINI IN GRIGLIA SONO FATTI CORRRERE GLI ATLETI FORTI e PIU’ LA GARA E’ LUNGA, PIU’ IL CONDIZIONAMENTO DELLA GARA PER I PIAZZAMENTI (2°, 3° POSTO) E’ PIU’ PROBABILE.
Ben sapendo di attirarmi antipatie e critiche mi permetto di dire che chi nega questo, e stranamente non sono pochi, non ha ben chiare le dinamiche delle gare. Dopo aver espresso il mio parere provo a sviluppare qualche ragionamento per argomentare.
La formazione di treni è un fatto quasi inevitabile, non potendo i concorrenti partire con intervalli troppo ampi per motivi organizzativi (durata partenze). E’inevitabile che due atleti che partono vicini in griglia si trovino a contatto in gara, e sfruttando il calo di velocità rispetto alla sola corsa obbligatorio per poter leggere la carta, l’atleta meno dotato tecnicamente ma più forte dal punto di vista fisico, se lo vuole, può mettere la carta in tasca e seguire l’altro atleta limitandosi al controllo dei codici lanterna. Il non farlo dipende solo dalla sua intelligenza e dal suo senso di sportività: che divertimento c’è a condurre una gara del genere? Che valore ha un risultato così ottenuto?. Dimostrare che l’inseguimento è fatto deliberatamente è secondo me quasi impossibile (si facciano avanti gli avvocati!!) , di certo non solo con gli split times. Forse solo con la tracciatura GPS si potrebbe affermare che l’inseguimento è avvenuto ma come poi si potrebbe argomentare a riguardo dell’intenzionalità? L’inseguitore potrebbe sempre dire che quella era la sua scelta ideale… perché mai avrebbe dovuto cambiare soluzione? Solo perché davanti a lui c’èra un altro atleta? Difficile, molto difficile poter squalificare un atleta per questa “infrazione”.
Due righe sulle mie esperienze personali: potenzialmente io rappresenterei alla perfezione l’identikit del “ferroviere” (temine in voga per descrivere chi segue il “treno” del più forte) in quanto orientista con maggior potenzialità atletica rispetto a capacità tecnica; almeno per ora.. in futuro spero non sarà più così ma ci vuole ancora un po’ di tempo!!
In effetti più di una volta mi è capitato di essere raggiunto, o anche raggiungere, atleti più forti di me e senza farlo di proposito fare lunghi tratti di gara, se non tutta la restante parte, in “treno” con l’avversario. La dinamica dei punti era spesso la stessa: durante le tratte, specie quelle tecniche, accumulavo dei piccoli distacchi per la minore capacità tecnica di lettura in corsa, ma poi tale gap veniva annullato in zona punto per l’evidente vantaggio di vedere l’avversario punzonare o uscire dalla zona punto, ricevendo un innegabile aiuto nella velocità di localizzazione finale della lanterna.
In talune gare, e anche qualcuno che legge questo blog potrebbe testimoniarlo, resomi conto del fatto mi sono di proposito fermato ad aspettare di perdere il contatto visivo per poter fare la gara per conto mio. Questo anche perché col tempo ho notato che la presenza di un altro atleta determinava in me un evidente calo di concertazione. Ovviamente in gare dove il risultato non aveva interesse, in gare nelle quali ero interessato al risultato finale perdere tempo prezioso in questo modo non era logico.
Ammetto con la massima onestà che in qualche rarissimo caso mi sono reso conto che, e assicuro inconsciamente senza volerlo e senza mala fede, in certe tratte specie nel fine gara mi sono ritrovato effettivamente a seguire qualcuno…. forse la stanchezza, forse la foga agonistica… davvero non saprei dire perché. Certo una volta tornato a contatto con la realtà e resomi conto della cosa mi sono sempre fermato per il tempo necessario a perdere il contatto visivo con chi mi precedeva. Un esempio recente lo potrei fare con la O-Marathon 2009 (anche se qui si parla di mass-start ma la cosa è analoga) dove mi sono piazzato al quinto posto: con la massima onestà non sono certo che in una gara a cronometro individuale avrei ottenuto lo stesso piazzamento. E questo non certo perché ho pianificato di seguire qualcuno, ma perché in zona punto c’era un sacco di gente e per chi ha buone doti atletiche il vantaggio è evidente.
Cosa fare allora? Che soluzioni adottare? Anche su questo argomento si è dibattuto sui vari forum, elaborando proposte anche interessanti ma che sono rimaste virtuali. La realtà è che purtroppo il problema NON INTERESSA A MOLTI, e pertanto le cose sono destinate a rimanere come stanno. Pertanto in svariate gare di orientamento, a tutti i livelli, molte volte i podi saranno determinati più dalla griglia di partenza che dalle reali capacità fisico-tecniche degli atleti (almeno nelle gare di alto livello la griglia è determinata dalle batterie di qualificazione…. potrebbe essere una buona soluzione anche a livelli più bassi nelle manifestazioni nazionali). Con buona pace di tutti, e senza dover presentare reclami di alcun tipo. E soprattutto senza le patetiche spiegazioni di chi sostiene che le griglie non contano nulla. La vera domanda da farsi è se questo è eticamente giusto e giova al nostro sport
Concludo esprimendo un opinione su una frase che si sente sempre più spesso a fine gara: “abbiamo lavorato assieme…..” beh… questa specie di ammissione sottintende che stando così le cose i “treni” sono una cosa accettata e consolidata. Se si vuole che i piazzamenti delle gare siamo solo funzione dell’insieme di capacità tecnica e fisica degli atleti, chi sta in alto deve pensare a far cambiare le cose. Se le regole rimangono queste, dobbiamo accettare che due atleti che si incontrano in bosco “…lavorino assieme”.

venerdì 21 agosto 2009

WOC 2009 Buisness

Oggi sono entrato nel sito dei mondiali 2009 che si stanno svolgendo in Ungheria e.... entrando nella parte dedicata al "Live" (eventi in diretta) non credevo ai miei occhi leggendo che per vedere le telecamere e i tracciati GPS degli atleti in gara OCCORRE PAGARE!!!!
Va bene il buisness, ma temo che si stia iniziando ad esagerare.

martedì 18 agosto 2009

Vioz - 3645 metri

Finalmente, dopo aver pensato a questa salita per anni, oggi sono riuscito a raggiungere la cima di una delle montagna più alte del Trentino ovvero il monte Vioz, a 3645 m
L’attacco si effettua da Pejo fonti, dove si sale dapprima sulla cabinovia “Rifugio scoiattolo” fino a 1900 metri circa, e successivamente con la seggiovia “Doss dei Gimbri” fino alla quota di 2315 metri. Da qui inizia un ascesa veramente spettacolare, caratterizzata da notevoli pendenze e con un dislivello totale di 1330 metri. Alcuni passaggi della salita sono veramente spettacolari e i sentieri, abbastanza facili da percorrere, si sviluppano su pareti al limite della verticalità, dove anche una banale scivolata potrebbe avere conseguenze gravi.
L’attenzione in quei tratti, anche se come detto semplici, deve essere massima.
Fino ai 3000-3200 metri, dal punto di vista dell’altezza e rarefazione dell'aria non si percepiscono sensazioni particolari, ma nel tratto finale verso il rifugio Mantova si sente nettamente che quando si forzano troppo i ritmi sembra che l’aria manchi. Tuttavia la mia reazione all’altitudine è stata migliore del previsto perché è bastato semplicemente rallentare la velocità di salita e non c’è stato il minimo problema. A circa 3550 metri si arriva al rifugio Mantova, una costruzione davvero ardita, bella e moderna, non chè uno dei rifugli più altri d'Europa. Salendo nei rifugi di montagna ci si aspetta delle strutture “spartane” ma il Mantova è stato da poco ristrutturato, realizzato completamente in legno, ed è molto gradevole e moderno. Arrivati al rifugio non ci siamo fermati (con me c’era Michele C.) e abbiamo proseguito verso la cime dove il panorama a 360 gradi ci ha ricompensato della discreta faticata per arrivarci. La spazialità delle viste è da togliere il fiato: appena a Nord ci sono i due picchi del Cevedale, con in mezzo l’immenso ghiacciaio dei Forni. Quando il cielo era completamente libero da nuvole si è anche intravisto il Gran Zebrù (3850 metri, seconda cime della regione più bassa solo dell’Ortles), con la sua inconfondibile forma.
Verso Ovest, bellissima si erge la poco conosciuta Punta San Matteo, di oltre 3700 metri, con una cresta che porta in vetta che spero un giorno riuscirò a percorrere (meglio dopo aver fatto un corso CAI per alpinismo su ghiaccio, sul quale non ho proprio esperienza). Verso Est la cosa più spettacolare è il lago del Careser. Verso Sud spettacolare la vista di tutto il gruppo del Brenta e della Presanella.
A chi volesse provare il brivido di salire a quote così elevate, senza dover superare difficoltà troppo elevate, mi sento di consigliare fortissimamente questa salita… la fatica che si deve fare è ampiamente ricompensata. Oggi ho un solo cruccio... per migliorare il mio record di quaota raggiunta.... dovrò salire davvero in alto. Un idea potrebbe essere il vicino Cevedale, ma prima occorre prendere la gisuta padronanza della percorrenza su ghiaccio.

domenica 2 agosto 2009

O-marathon 2009

Aspettavo con curiosità questa gara così particolare… una competizione di orientamento così lunga non l’avevo mai fatta. Ero davvero impaziente di capire se in una gara di oltre due ore sarei riuscito a mantenere ad un livello adeguato l’attenzione, cosa che spesso mi ha fatto perdere stupidamente gare.
La prima cosa da dire è che mi sono divertito molto, e questa dovrebbe essere la cosa più importante in ogni gara a cui si partecipa. Mi aspettavo poi una gara molto più dura di quella che alla fine è stata: tempo previsto del vincitore 2h30, mio tempo realizzato 2h11’ e alla fine non ero nemmeno troppo stanco.
Partenza alle 8.30 al centro fondo Millegrobbe…il primo impatto con la mega-carta è stato notevole….mai visto nulla di simile, anche se ritengo che il fatto non abbia creato nessun problema, bastava solo un po’ di accuratezza nella piegatura nelle varie fasi della gara. Si partiva con una farfalla di separazione, che mi è apparsa fin da subito abbastanza semplice, tanto che l’impressione che ho avuto è che all'uscita verso il punto 8 non ci sia stato un minimo di selezione e il gruppo dei più forti era estremamente compatto. Nel passaggio verso passo Vezzena i più forti hanno incrementato il ritmo tanto che i vari Cipriani, Casagrande, Mair erano scomparsi dal mio orizzonte. Al cambio sport ident di passo Vezzena ho riacciuffato l’amico Michele che, dopo un primo tratto corso assieme mi aveva staccato.
Alla seconda farfalla la situazione si è un po’ rimescolata tanto che mentre stavo finendo il secondo ramo, ho visto Enrico uscire .. e la cosa mi ha dato molto morale in quanto significava che ero molto vicino alle posizioni di testa. Ho incrociato un bel po di concorrenti nelle vicinanze del centro farfalla… (Grilli, Carbone, Hueller, Bozzola, Paoli, Michele…) ma non ho idea della classifica in quel punto in quanto non sapevo se ai miei transiti fossero al primo o secondo ramo. Poco prima della terza farfalla ho ri-raggiunto Michele che mi aveva di nuovo staccato e al punto 27 abbiamo punzonato assieme a Mair. In considerazione della classifica finale probabilmente a quel punto ero pin piena corsa per un posto sul podio. Tuttavia dopo aver punzonato al 27 ho deciso di fare una scelta diversa da Mair che poi rivedrò solamente al traguardo. Ma il mio modo di vedere l’orientamento è questo, non mi piace seguire. Prediligo fare quello che le mie capacità mi permettono , anche se a volte ciò significa perdere qualche posizione. Per dirla alla Zonato non farò mai “il ferroviere” per opportunismo. Certo nelle gare a volte, facendo lo stesso percorso capita di seguire un atleta, magari anche per lunghi tratti, ma se le scelte che si intende fare sono identiche e chi ti precede corre al tuo livello la cosa è inevitabile e non pianificata come tattica.
Il finale della gara l’ho vissuto con molta preoccupazione in quanto, dopo parecchio tempo, ho corso una gara con pochissimi errori e la paura di gettare tutto all’aria con una cavolata era forte.
Per fortuna, nonostante qualche tentennamento il traguardo è arrivato facile, e la classifica mi ha sorriso con un quinto posto che davvero non mi aspettavo visti i nomi in partenza. Adesso l’imperativo è continuare su questa impostazione… gambe efficienti e cervello SEMPRE collegato con l’obiettivo principale di eliminare il “singolo“ errore che tante volte mi ha rovinato la prestazione. A Settembre ci sono ancora molte gare dove prendersi qualche soddisfazione.
Complimenti a Enrico e Giorgio Paoli per la vittoria. Mi spiace per Andrea Cipriani che aveva fatto l’ennesima gara eccellente ma che è incappato in squalifica per non aver punzonato la lanterna al cambio sport-ident. Una vera beffa dopo 2 ore di gara corse alla perfezione.
Infine un complimento agli organizzatori, che hanno saputo proporre questa formula nuova di gara orientistica e offrire un livello organizzativo ottimale. Azzeccatissima la scelta di portare l’arrivo al Parco Palù. Un luogo davvero fantastico dove trascorre anche il resto della giornata assieme alla famiglia.
AGGIORNAMENTO DISTANZE: il gps ha rilevato una distanza di 18,4 Km percorsi e analizzzando il profilo altimetrico c'è una certa conferma del fatto che probabilmente il dislivello corso è stato minore dei 600 metri indicati. Per un calcolo preciso dovrei fare il calcolo sulla carta, seguendo il percorso e conatno le curve di livello effettive. Il GPS mi dive che siamo sui 450 metri.