sabato 19 settembre 2015

Premiazioni gare MASTER. Il gioco al ribasso

Organizzare delle gare di Orienteering è una discreta faticaccia, chiunque lo ha provato ne è ben conscio. Se poi il numero di persone a disposizione del team è ridotto, allora lo sforzo può anche essere immane. Personalmente ho provato la differenza nell'organizzare con il Trent-O dove disponiamo di un team che oserei definire fenomenale e super efficiente, e con la Polisportiva Oltrefersina per le gare CSI dove i numeri dello staff sono notevolmente inferiori.
La premessa è per sottolineare che conosco bene gli sforzi che si fanno per fornire un buon servizio ai concorrenti e pertanto non posso certamente avere un approccio del tipo schizzinoso o massimalista.
Tuttavia non posso fare a meno di sottoporre all'attenzione dei lettori il gioco al ribasso che sta avvenendo in diverse organizzazioni specialmente per quanto riguarda le premiazioni delle categorie Master (e ricordo che questo sito si chiama Orienteering Master...), per le quali la moda, oserei dire quasi dilagante, è quella di fare premiazioni solo al primo classificato e non ai primi tre come da prassi.
Trovo questo approccio veramente povero sia nei contenuti motivazionali che nella sostanza, e cerco di motivare questa affermazione. Il cosiddetto "podio" è solo un momento di piccola soddisfazione per avere ottenuto un buon risultato, ma che l'evidenza dei fatti in termini di prestazioni non può che evidenziare che ha a monte una costruzione fatta di molto, ma molto allenamento. Guardate le classifiche e i tempi di percorrenza al km-sforzo di molte gare 35 e 45 sia maschili che femminili e capirete che per arrivare nei primi tre occorre "pedalare" non poco. E di fare errori nemmeno se ne parla.
Per un 35-65 enne poi, non è certamente importante portare a casa un "bene materiale"; immagino che questo sia chiaro a chiunque abbia un minimo sindacale di neuroni in attività nel cervello. Ma essere chiamati dallo speaker e fare una foto da tenere come ricordo ha un valore innegabile in termini di gratificazione sportiva alla preparazione svolta e al risultato raggiunto .
Sistemato l'aspetto filosofico passiamo a quello materiale.
Consideriamo quattro categorie Master 35-45-55-65 sia maschili che femminili. Il gioco al ribasso-risparmio comporta la "esorbitante" abolizione di 2 (secondo + terzo) * 2 (maschile + femminile) * 4 (categorie) = 16  premiazioni.
Consiglio listino LIDL o altro discount, e per una soddisfacentissima provvista di generi alimentari credo che 3 € possano essere più che sufficienti. Spesa complessiva 16 * 3 = 48 €. Vi invito a fare due calcoli sul valore assoluto delle quote iscrizione in tutte le gare, raccolte nelle categorie master 35-45-55-65, ma anche sulla loro % del totale assoluto per capire come la scelta di premiare solo il primo Master abbia anche il carattere di cosa indiscutibilmente ingiusta.
Qualcuno obietta che si allunghino i tempi delle premiazioni. Bene: una chiamata di un atleta credo possa richiedere, se fatta ad esempio accomunando categoria maschile con femminile un tempo massimo di 5 secondi. 16 (chiamate-premiazioni) x 5 (secondi per chiamata) = 80 secondi. Un minuto e 20 secondi complessivo. Non mi esprimo sulla razionalità delle affermazioni di qualcuno che nell'arco di una intera giornata di organizzazione, sostiene che allungare di tempi così "biblici" una premiazione sia una perdita di tempo inaccettabile.
E infine la madre di tutte le motivazioni : non si fanno le premiazioni Master perché un Master dovrebbe andare alle gare solo per divertirsi. Per questa affermazione rimando al concetto del neurone nel cervello. Se così fosse allora ELIMINIAMO del tutto le gare Master così gli atleti dai 35 anni in su, invece che partecipare alle gare, si potranno andare a divertire da soli, andando a correre nei boschi da soli, facendosi dei percorsi di allenamento da soli. Invito il lettore a osservare quanti partecipanti ci sarebbero alla maggior parte delle gare senza le categorie Master.
Spero che questa tendenza al ribasso, senza motivazioni, cessi prima possibile perché è davvero spiacevole per contenuti morali e materiali.
Mi permetto anche di scrivere che anche alcune altre piccole cosette, che costano davvero poca fatica, come la preparazione della descrizione punti, anche da ritirare "self service" in partenza, appartiene a quel tipo di servizio che costa praticamente zero fatica, ma conferisce qualità ad una organizzazione.
Il Trent-O , fino a quando sarò presidente, non si presterà a questi immotivati giochi al ribasso.

lunedì 20 aprile 2015

La lezione di Belluno

Coppa Italia Sprint a Belluno. Tutti dicono gara veloce, molto veloce, di quelle "per chi ha gamba".
In quest'ultimo mese dopo un po' di allenamenti seri, la gamba ce l'avevo per davvero. E quella giornata mi sentivo pure benissimo. Nel riscaldamento sentivo quelle che un più illustre scrittore blogger definisce "le gambe magiche".  Carico ero molto carico, convinto al massimo che avrei fatto una gara di quelle "come si deve".  Eh si, perchè quest'inverno nelle sprint dell'Oricup Inverno, avevo corso bene come non mai specie dal punto di vista degli errori, quasi completamente rimossi o quantomeno ridotti a livelli fisiologici, e che negli anni precedenti non avevo mai eliminato nemmeno nelle sprint.
Insomma c'erano davvero tutti gli ingredienti per "la grande giornata" , per battezzare al meglio l'ingresso ufficiale nella categoria M45.
Ma l'orienteering è l'orienteering, e tutto quello che hai costruito in anni di lenti miglioramenti, può vacillare in un attimo se non hai quella grande qualità di saper gestire emozionalmente una gara. E la grande lezione di Belluno è stata che questa capacità non l'ho ancora consolidata.
Al punto 1, dopo essere entrato sfortunatamente  in un porticato non segnato in carta, a 10 metri da quello giusto (magari è l'unica volta in tutto l'anno che era aperto.... ma le sprint sono anche questo)  perdo 30 secondi, e sarebbero ancora rimediabili per un buon piazzamento, ma purtroppo è l'inizio dello scricchiolare di tante certezze costruite in allenamento e anche nell'approccio mentale , che quest'anno ho cercato di curare. Via di botto, molto bene fino alla 7, dove in un vicoletto stretto non leggo sulla carta una piccola (fetente!!!)  linea spessa di circa 2 mm di lunghezza che significa "amico.... di qui non passi". E qui crolla tutto: tutta la carica, la concentrazione, i buoni propositi. Invece che ragionare con lucidità e "fare il giro" dall'altra parte la testa va per conto suo in un corto circuito cerebrale che è davvero difficile spiegare.
Sta di fatto che per 2 punti (a posteriori purtroppo) mi accorgo di vagare completamente a vuoto senza un minimo di logica. Quando ritorno nel mondo reale riparto a tutta e gli split dicono che realizzo degli ottimi parziali, anche diversi migliori tempi. Poi al punto 15 transito alla lanterna, ma evidentemente non posiziono bene lo sport ident nella stazione e non faccio caso che questa non suona (credo di più all'elettronica che a me stesso.... se non ha registrato la punzonatura è certamente perché non ho eseguito bene l'operazione, non perché alla stazione sto particolarmente antipatico.... il misfatto è di certo opera mia). Risultato una scoraggiante PM.....
Nell'orientamento, quando ti presenti al via, l'essere allenato fisicamente, l'essersi preparato mentalmente, l'essere concentrato, l'essere carico.... sono solo condizione necessaria, non di certo sufficiente. Un bravo orientista ha fra le sue doti principali quella di sapersi gestire emozionalmente, caratterialmente, emotivamente, saper gestire con fredda lucidità ogni imprevisto.  A mio avviso nelle sprint in modo particolare , dove i ritmi elevati e la frenesia del susseguirsi veloce dei punti non danno tregua al cervello, annebbiato inoltre dalla fatica per lo sforzo breve ma intenso.
Terrò davvero memoria di questa esperienza. Presentarsi al via preparati e motivati, non deve andare in contrapposizione ad una efficace gestione emotiva della voglia di fare bene.
Belluno, Belluno, che dura lezione!!! Da ricordare per farne tesoro.

mercoledì 7 gennaio 2015

Premio Ori-Pulitzer

Ieri per gli strani meccanismi della rete sono finito sul sito di Larrycette, e mi sono letto tutto di un fiato la saga "La verità sui WOC 2014".
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-prefazioni/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-1/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-2/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-3/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-4/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-5/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-6/
http://www.larrycette.com/la-verita-sul-woc-2014-7/

Raramente ho letto un qualcosa di così divertente, e ne consiglio la lettura a tutti. Anche se è una critica verso alcuni aspetti dell'organizzazione dei mondiali, è scritto con una tale leggerezza, intelligenza, ironia (e autoironia), che a mio modo di vedere è la più bella pagina di oriblog che abbia mai letto.
L'autore è davvero un artista della ori-narrazione e lo ringrazio per avermi fatto ridere fino quasi al mal di pancia. 
Il Per Forsberg "Schettino",  l'apparizione di Sartori alle premiazioni della Long, la sequenza punteggio della sfida "Cerimoniale Vs IOF", la telefonata durante il solenne inno Russo, valgono il mio personalissimo premio ori-Pulitzer
N.d.r. : specifico che io ai WOC non ci sono stato, non mi sono informato e quindi non so come sono andate le cose. Il mio giudizio riguarda solo il magnifico stile di scrittura e di narrazione degli eventi riportato nei link di cui sopra.