giovedì 24 dicembre 2009

BUONE FESTE!!!



Buone feste a tutti!!

mercoledì 25 novembre 2009

Salviamo Corritrentino!!

Con grande dispiacere ho letto sul Blog di Eddy Sandri che il mitico sito CORRITRENTINO non sarà più la nostra guida per informazioni su gare podistiche. Per me era il miglior per avere dettagliate informazioni su eventi legati alla corsa e anche all'orientamento qui in Trentino.
Come purtroppo accade sempre in Italia, le cose migliori, quelle che funzionano bene, chissà perché prima o poi scompaiono.
Io spero che si possano in qualche modo ricomporre le condizioni affinché questo progetto non muoia.
In ogni caso, esprimo pubblicamente un ringraziamento a Michele Giovannini che ha fornito per tanti anni a tutti noi un servizio eccezionale a tutti gli appassionati di corsa.
Se Michele ci indirizzasse forse potremmo fare una richiesta o mandare una mail, a tutti gli enti citati sulla pagina del sito (FIASP, CSI, FIDAL) affinché Corritrentino possa continuare ad esserci.

lunedì 16 novembre 2009

2009, Game Over

Con il MOV di Venezia si è conclusa la mia stagione orientistica 2009.
La tradizione che mi vede poco competitivo a Venezia continua. Di certo quest'anno non sono sceso in laguna con spirito battagliero, ma più come turista sportivo però resta il fatto che su quella carta non sono competitivo. Non so darmi una spiegazione ragionevole sulle motivazioni... in fondo c'è meno tecnica di certe gare in bosco dove vado bene... però i responsi cronometrici sono sempre poco gratificanti.
Comunque una bella edizione del MOV con un tracciato secondo me molto stimolante e vario, tecnico come non mai nelle mie apparizioni a Venezia e con il bonus di una tratta MEGA che davvero mi ha fatto perdere un colpo nel momento in cui mi sono accorto di cosa il tracciatore aveva ideato. Una linea rossa da una parte all'altra della carta. Bello!! ammetto che sono stato almeno un minuto (forse anche due) immobile per avere un idea decorosa sul da farsi. Una tratta davvero inconsueta che ha messo a dura prova le capacità di scelta degli atleti. Peccato per i numerosi transiti, a mio modo di vedere quasi obbligati, nelle zone molto affollate, dove davvero non mi riesce di correre essendo obbligato prima o poi a spintonare involontariamente qualcuno.
Fra poco sarà anche il momento dell'ultimo post dell'anno: quello dei bilanci e delle riflessioni. Ma ho ancora un mese e mezzo per scriverlo!

martedì 10 novembre 2009

Bassano

Penultimo appuntamento della stagione su di una carta dove non avevo mai gareggiato. Gara strutturata in due parti ben diverse fra loro: la prima metà estremamente fisica da correre a tutto gas, la seconda metà più lenta e nel centro storico della città dove, complice anche la stanchezza accumulata nella prima parte, occorreva stare più attenti. Devo dire che la gara mi è piaciuta molto anche per questo, un cambiamento di atteggiamento indispensabile nelle due fasi.
Vorrei predenre posizione su di un argomento: molti criticano le gare come questa per il fatto che conta molto la corsa. Beh, ovviamente le gare in città non sono orientamento vero e proprio, non possono esserlo. I valori tecnici richiesti sono praticamente nulli e pertanto io trovo più che giusto che venga data la possibilità di esprimere potenziale atletico. Chi non ama correre non troverà mai molti stimoli in queste gare e trovo quindi le osservazioni del tipo "...ma è una gara di corsa..." inappropriate perchè una gara in città...è una gara di corsa più che una gara di orientamento. La capacità dell'orientista deve essere quella di reggere mentalmente in situazioni di grosso affaticamento psicofisico, con conseguenti grandi possibilità di commettere errori o imprecisioni che in uno stato di riposo non si commetterebbero mai.
Detto questo complimenti a SuperDario Pedrotti che sfodera in M35 una prestazione notevolissima. Guardando gli split ho notato che anche nei tratti di corsa pura della prima parte di gara dove non ho sbagliato nulla, ho preso i miei bei secondini. Meno male che non si allena mai (eh... questo vizietto tipico degli orientisti...), mi viene da pensare che batoste ancora più umilianti sarei costretto a subire se, io che invece mi alleno e ho quasi 20 anni di corsa nella gambe, facessi uno o al massimo due allenamenti a settimana. Sono proprio queste cose che mi fanno capire quanto sto diventando scarso.... (o ancor più probabile lo sono sempre stato?)
Nota di contorno: ho sentito "rumors" che ai concorrenti dopo le primissime partenze sia stato aggiunto un minuto del tempo di gara, nella prima tratta. Gli split della prima lanterna sembrano confermarlo. La cosa diveretente è che guardando alla classifica questo non ha minimamente avuto influenza sui risultati!! Quasi incredibile per questo tipo di gara
Ora tutti a Venezia a chiudere la stagione.... vediamo se anche quest'anno combinerò l'ennesimo disastro!

mercoledì 4 novembre 2009

Verso la fine della stagione

Quando guardando in alto verso le montagne si vedono quelle magnifiche combinazioni di colori verde, giallo, arancio così mirabilmente intrecciate significa che l'autunno sta prendendo il sopravvento e anche la stagione sportiva volge al termine. Persino i blog orientistici sono orami quasi inattivi e facendo "zapping" fra i vari link si leggono sempre i soliti post, quasi fosse assodato che non c'è più nulla da raccontare.
Per quanto mi riguarda ancora due sono le gare in calendario: Domenica Bassano del Grappa (dove dai rumors ci sarà una bella sfida in M35) e la Domenica successiva Venezia (sfida MA con il gruppo Trent-O). Tutte gare su distanze lunghe e dove il lato atletico è molto importante e perciò spero di poter sfruttare la buona forma di questo ultimo periodo. In particolare spero di sfatare il tabù Venezia dove ho sempre corso gare deludenti.
Questo periodo però è assolutemente fondamentale per mettere le basi per la nuova stagione. E' l'ora di allenarsi e sudare in silenzio, lontano dalle gare, applicandosi con impegno e costanza. E' la parte della stagione dove le motivazioni personali contano di più perchè quando si è nel periodo delle competizioni gli stimoli non è difficile trovarli. Invece quando la prospettiva è quella di allenarsi, specie sulla quantità, spesso al buio, è la volontà a fare la differenza. Spero anche di poter correre qualche campestre, dato che lo scorso anno per la nascita di Simone, il trasloco nella nuova casa e purtoppo altro mi è stato impossibile.
Presto sarà il momento di bilanci e di un bel post riassuntivo con un giudizio sull'annata 2009.... ma intanto spero di concudere bene quato anno iniziato male.

domenica 18 ottobre 2009

Finalmente!!!

Dopo quasi sette anni di orientamento oggi sono finalmente riuscito a vincere il mio primo titolo "Trentino" nei campionati a staffetta disputatisi a Fonsazo, correndo con l'ormai compagno fisso di questa avventura cioè Michele.
Come ho scritto nel post precedente da un po’ di tempo a questa parte sono riuscito ad allenarmi bene e con una certa continuità pertanto fisicamente mi sentivo decisamente "in palla", come non accedeva da un bel po' di tempo. Devo anche scrivere che qualche tempo fa parlando con Lorenzo Vivian ho saputo che si occupava di osteopatia con particolare interesse ai problemi della schiena... malanno che mi affligge ma molto tempo. Ho quindi deciso di ricorrere alle sue "cure" che hanno prodotto risultati a dir poco sorprendenti in poco tempo e che hanno contribuito, assieme all'allenamento, a restituirmi quelle sensazioni di corsa sciolta che tanto piacciono a noi podisti. Quindi un ringraziamento e un complimento a Lorenzo per la bravura e professionalità dimostrata è obbligatorio!!
Tornando alla gara di oggi il destino ha voluto che un sicuro vincitore con praticamente qualsiasi compagno (parlo ovviamente di Rigoni) abbia scelto di correre in categoria assoluta, lasciando il pronostico incerto nella M35.
Alla partenza, verso il punto 1 ho optato per una scelta un po' "larga" prevalentemente su sentiero ma in sicurezza dato che ad un certo punto ho visto "il mucchio" della mass start scendere per una scarpata ripida che mi ha spaventato un po'. Mentre attaccavo il primo punto in quel modo, unico ad aver fatto quella scelta, mi sono un po’ preoccupato di avere fatto una sciocchezza, ma per fortuna ho punzonato praticamente a pochi secondi di distacco dai principali avversari che ho subito raggiunto al punto 3. Le tratte verso i punti 4 e 5 erano molto fisiche e sfruttando il buono stato di forma sono riuscito a passare in testa (e parlo di staffette trentine perché la staffetta Veneta Erebus con Stefani che non conoscevo prima di questa gara forse era lì lì con me).
Al verso il punto 9 è successa una cosa che rimarrà nei miei ricordi meno piacevoli… pur essendo effettivamente segnata in carta una palude non attraversabile, una volta cercato di aggirarla verso sud, e sembrando l’acqua abbastanza bassa ho deciso di attraversarla. All’inizio l’acqua arrivava alle ginocchia, poi alla cintura… e dopo un paio di passi in cui praticamente non vedevo più dove mettevo i piedi a causa della profondità dell’acqua, mi sono trovato praticamente immerso fino al petto. Complice forse un attimo di preoccupazione sono scivolato in avanti finendo con le braccia nell’acqua, impigliate in ramaglie, praticamente bloccato e con l’acqua appena sotto il mento. Per mia fortuna dietro di me c’era un ragazzo, che non conosco di nome ma ringrazio pubblicamente, a cui ho chiesto di aiutarmi e che mi letteralmente sollevato di peso da quella poco piacevole situazione. Superato lo spavento sono riuscito a riprendete un buon ritmo, procedendo bene fino alla fine, con due piccoli errori ai punti 15 e 17. Con grande soddisfazione ho dato il cambio a Michele in prima posizione fra i Trentini e seconda assoluta. Il resto è stata la solita trepidante attesa dell’arrivo del compagno, dato che in questi anni per un motivo o per l’altro era sempre successo qualcosa che ci aveva negato il risultato massimo. Per fortuna, anche se qualche minuto dopo il previsto che mi hanno fatto venire un “coccolone” il buon Mike è arrivato e si è portato a casa, dopo quello sprint, il suo secondo titolo trentino 2009.
Ammetto che per me, che non ho mai vinto nulla in manifestazioni di campionati, si è trattato di una grande soddisfazione, anche per la buona frazione conclusa con il secondo tempo e mi pare anche uno fra i migliori di tutta la gara. Moralmente anche una lezione, perché anche quando le cose non vanno benissimo, e non mi riferisco solo allo sport, impegnarsi a fondo per ribaltare le situazioni alla fine spesso premia. Non bisogna mai arrendersi e quasi sempre sta a noi costruirci con tenacia nuove opportunità.

domenica 11 ottobre 2009

La serie delle promozionali

Con oggi ha avuto termine una serie di gare a carattere promozionale a cui ho partecipato. Nell'ordine Grotta di Villazzano, Vezzano, La Vela e oggi Ospedaletto.
Anche se sono state gare promozionali, considerando un allenamento fisico che finalmente sta avendo una continuità accettabile, mi hanno fatto risentire delle buone sensazioni.
Purtroppo non rimane molto in questo finale di stagione, ma dopo un annata disastrosa ricomincio a prepararmi per l'anno prossimo con fiducia e motivazione.
Adesso avanti con le "ultime" del 2009!!

lunedì 7 settembre 2009

Week end in Val di Non

Due gare in Val di Non Sabato e Domenica.
Sabato a Fondo campionato Trentino Sprint: gara senza infamia e senza lode, nessun errore particolare, ma poca reattività nel fare le scelte, con molte indecisioni e tentennamenti specie nelle prime due tratte che credo (alla pubblicazione degli split la conferma) abbiano già da sole compromesso il risultato. In linea generale l'approccio ala gara è stato davvero poco brillante. Da segnalare la prestazione mostruosa dell'amico Michele che ha distrutto tutti gli avversati rifilando ben due minuti al "Cip" , e vincendo il primo "titulo" della sua carriera orientistica.
Domenica Familiy Trophy sulla carta "Predaia": se l'approccio di Sabato era stato poco reattivo quello di Domenica è stato semplicemnte disastroso. Fin dall'inizio, ma anche per tutta la gara non ho praticamente mai capito i colori delle vegetazioni, avendo sempre enormi problemi nella navigazione. Su 21 lanterne credo di averne centrate bene non più di 5. Una gara penosa, a dir poco imbarazzante, che mi moralmente fatto tornare ai tempip bui. Da tempo ho deciso che mai più avrei fatto commenti su eventuali problemi delle carte o altro: anche in questo caso, pur percependo un diffuso malessere fra gli orientisti, non posso fare a meno di notare che i "Big" come Nicolò Corradini e Oleg hanno fatto tempi stellari e quindi si conferma il fatto che se sei forte davvero non c'è ragione che regga. A questi "animali" da lanterna potresti dare la carta di Millegrobbe e farli gareggiare in Predaia: farebbero cose fenomenali ugualmente. Al contrario di me che quando sono "in vena" inanello delle serie di vaccate da guinnes dei primati. Avrei sperato che con l'esperienza questa tendenza fosse destinata a scomparire e invece....
Dunque una bocciatura totale: sia dal punto di vista tecnico, che da quello dell'approccio mentale e tattico. Speriamo sia solo stata una brutta giornata.
Con dispiacere ho deciso di rinunciare ai Campionati Italiani: per motivi di lavoro vedo già poco i bimbi in settimana. Un viaggio così lungo non sarebbe molto adatto specie per il piccolo Simone, e davvero non me la sento di partire da solo il Venerdì sera e tornare la Domenica tardi. Pessimo orientista ci può stare, padre assente no.
Sarà per il prossimo anno, qui a pochi passi da Pergine.

sabato 29 agosto 2009

Correlazione griglie di partenza piazzamenti

Prima di inziare questo post, che immagino susciterà qualche perplessità e mi costerà delle critiche, desidero congratularmi con “Misha” Mamleev per il suo terzo posto ai mondiali Ungheresi nella Long Distance. Il suo è un risultato fantastico, meritatissimo per un atleta che da anni dimostra di essere uno dei migliori orientisti al mondo abbinando capacità tecniche e fisiche da autentico fuoriclasse. Chi lo ha visto correre in bosco durante una gara non ha difficoltà a capire perché abbia raggiunto un simile risultato.
Il suo terzo posto ai mondiali, seguito ad un poco sportivo reclamo da parte della squadra finlandese che lo “accusava” di aver seguito il vincitore facendosi “trainare” al traguardo verso la medaglia di bronzo, ha riaperto un dibattito di vecchia data che trova sempre molto spazio e interesse sui blog orientistici.
Prima di iniziare sgomberiamo il campo da eventuali dubbi: la medaglia di Mamleev a mio modo di vedere è sacrosanta, meritata, bellissima, e le circostanze in cui è maturata sono quelle che da SEMPRE caratterizzano le gare di orientamento, che si tratti di campionati del mondo assoluti, che di gare promozionali Master. Proprio per questo una riflessione, serena e obiettiva è particolarmente interessante e stimolante.
Sempre per chiarezza inizio con lo scrivere il “Teorema” che sintetizza il mio pensiero e sulla quale poi si potranno sviluppare dei ragionamenti: LA GRIGLIA DI PARTENZA DI UNA GARA DI ORIENTAMENTO INFLUENZA SPESSO IN MANIERA DECISIVA I PIAZZAMENTI, PIU’ RARAMENTE IL PRIMO POSTO. PIU’ GLI INTERVALLI FRA LE PARTENZE SONO RIDOTTI, PIU’ VICINI IN GRIGLIA SONO FATTI CORRRERE GLI ATLETI FORTI e PIU’ LA GARA E’ LUNGA, PIU’ IL CONDIZIONAMENTO DELLA GARA PER I PIAZZAMENTI (2°, 3° POSTO) E’ PIU’ PROBABILE.
Ben sapendo di attirarmi antipatie e critiche mi permetto di dire che chi nega questo, e stranamente non sono pochi, non ha ben chiare le dinamiche delle gare. Dopo aver espresso il mio parere provo a sviluppare qualche ragionamento per argomentare.
La formazione di treni è un fatto quasi inevitabile, non potendo i concorrenti partire con intervalli troppo ampi per motivi organizzativi (durata partenze). E’inevitabile che due atleti che partono vicini in griglia si trovino a contatto in gara, e sfruttando il calo di velocità rispetto alla sola corsa obbligatorio per poter leggere la carta, l’atleta meno dotato tecnicamente ma più forte dal punto di vista fisico, se lo vuole, può mettere la carta in tasca e seguire l’altro atleta limitandosi al controllo dei codici lanterna. Il non farlo dipende solo dalla sua intelligenza e dal suo senso di sportività: che divertimento c’è a condurre una gara del genere? Che valore ha un risultato così ottenuto?. Dimostrare che l’inseguimento è fatto deliberatamente è secondo me quasi impossibile (si facciano avanti gli avvocati!!) , di certo non solo con gli split times. Forse solo con la tracciatura GPS si potrebbe affermare che l’inseguimento è avvenuto ma come poi si potrebbe argomentare a riguardo dell’intenzionalità? L’inseguitore potrebbe sempre dire che quella era la sua scelta ideale… perché mai avrebbe dovuto cambiare soluzione? Solo perché davanti a lui c’èra un altro atleta? Difficile, molto difficile poter squalificare un atleta per questa “infrazione”.
Due righe sulle mie esperienze personali: potenzialmente io rappresenterei alla perfezione l’identikit del “ferroviere” (temine in voga per descrivere chi segue il “treno” del più forte) in quanto orientista con maggior potenzialità atletica rispetto a capacità tecnica; almeno per ora.. in futuro spero non sarà più così ma ci vuole ancora un po’ di tempo!!
In effetti più di una volta mi è capitato di essere raggiunto, o anche raggiungere, atleti più forti di me e senza farlo di proposito fare lunghi tratti di gara, se non tutta la restante parte, in “treno” con l’avversario. La dinamica dei punti era spesso la stessa: durante le tratte, specie quelle tecniche, accumulavo dei piccoli distacchi per la minore capacità tecnica di lettura in corsa, ma poi tale gap veniva annullato in zona punto per l’evidente vantaggio di vedere l’avversario punzonare o uscire dalla zona punto, ricevendo un innegabile aiuto nella velocità di localizzazione finale della lanterna.
In talune gare, e anche qualcuno che legge questo blog potrebbe testimoniarlo, resomi conto del fatto mi sono di proposito fermato ad aspettare di perdere il contatto visivo per poter fare la gara per conto mio. Questo anche perché col tempo ho notato che la presenza di un altro atleta determinava in me un evidente calo di concertazione. Ovviamente in gare dove il risultato non aveva interesse, in gare nelle quali ero interessato al risultato finale perdere tempo prezioso in questo modo non era logico.
Ammetto con la massima onestà che in qualche rarissimo caso mi sono reso conto che, e assicuro inconsciamente senza volerlo e senza mala fede, in certe tratte specie nel fine gara mi sono ritrovato effettivamente a seguire qualcuno…. forse la stanchezza, forse la foga agonistica… davvero non saprei dire perché. Certo una volta tornato a contatto con la realtà e resomi conto della cosa mi sono sempre fermato per il tempo necessario a perdere il contatto visivo con chi mi precedeva. Un esempio recente lo potrei fare con la O-Marathon 2009 (anche se qui si parla di mass-start ma la cosa è analoga) dove mi sono piazzato al quinto posto: con la massima onestà non sono certo che in una gara a cronometro individuale avrei ottenuto lo stesso piazzamento. E questo non certo perché ho pianificato di seguire qualcuno, ma perché in zona punto c’era un sacco di gente e per chi ha buone doti atletiche il vantaggio è evidente.
Cosa fare allora? Che soluzioni adottare? Anche su questo argomento si è dibattuto sui vari forum, elaborando proposte anche interessanti ma che sono rimaste virtuali. La realtà è che purtroppo il problema NON INTERESSA A MOLTI, e pertanto le cose sono destinate a rimanere come stanno. Pertanto in svariate gare di orientamento, a tutti i livelli, molte volte i podi saranno determinati più dalla griglia di partenza che dalle reali capacità fisico-tecniche degli atleti (almeno nelle gare di alto livello la griglia è determinata dalle batterie di qualificazione…. potrebbe essere una buona soluzione anche a livelli più bassi nelle manifestazioni nazionali). Con buona pace di tutti, e senza dover presentare reclami di alcun tipo. E soprattutto senza le patetiche spiegazioni di chi sostiene che le griglie non contano nulla. La vera domanda da farsi è se questo è eticamente giusto e giova al nostro sport
Concludo esprimendo un opinione su una frase che si sente sempre più spesso a fine gara: “abbiamo lavorato assieme…..” beh… questa specie di ammissione sottintende che stando così le cose i “treni” sono una cosa accettata e consolidata. Se si vuole che i piazzamenti delle gare siamo solo funzione dell’insieme di capacità tecnica e fisica degli atleti, chi sta in alto deve pensare a far cambiare le cose. Se le regole rimangono queste, dobbiamo accettare che due atleti che si incontrano in bosco “…lavorino assieme”.

venerdì 21 agosto 2009

WOC 2009 Buisness

Oggi sono entrato nel sito dei mondiali 2009 che si stanno svolgendo in Ungheria e.... entrando nella parte dedicata al "Live" (eventi in diretta) non credevo ai miei occhi leggendo che per vedere le telecamere e i tracciati GPS degli atleti in gara OCCORRE PAGARE!!!!
Va bene il buisness, ma temo che si stia iniziando ad esagerare.

martedì 18 agosto 2009

Vioz - 3645 metri

Finalmente, dopo aver pensato a questa salita per anni, oggi sono riuscito a raggiungere la cima di una delle montagna più alte del Trentino ovvero il monte Vioz, a 3645 m
L’attacco si effettua da Pejo fonti, dove si sale dapprima sulla cabinovia “Rifugio scoiattolo” fino a 1900 metri circa, e successivamente con la seggiovia “Doss dei Gimbri” fino alla quota di 2315 metri. Da qui inizia un ascesa veramente spettacolare, caratterizzata da notevoli pendenze e con un dislivello totale di 1330 metri. Alcuni passaggi della salita sono veramente spettacolari e i sentieri, abbastanza facili da percorrere, si sviluppano su pareti al limite della verticalità, dove anche una banale scivolata potrebbe avere conseguenze gravi.
L’attenzione in quei tratti, anche se come detto semplici, deve essere massima.
Fino ai 3000-3200 metri, dal punto di vista dell’altezza e rarefazione dell'aria non si percepiscono sensazioni particolari, ma nel tratto finale verso il rifugio Mantova si sente nettamente che quando si forzano troppo i ritmi sembra che l’aria manchi. Tuttavia la mia reazione all’altitudine è stata migliore del previsto perché è bastato semplicemente rallentare la velocità di salita e non c’è stato il minimo problema. A circa 3550 metri si arriva al rifugio Mantova, una costruzione davvero ardita, bella e moderna, non chè uno dei rifugli più altri d'Europa. Salendo nei rifugi di montagna ci si aspetta delle strutture “spartane” ma il Mantova è stato da poco ristrutturato, realizzato completamente in legno, ed è molto gradevole e moderno. Arrivati al rifugio non ci siamo fermati (con me c’era Michele C.) e abbiamo proseguito verso la cime dove il panorama a 360 gradi ci ha ricompensato della discreta faticata per arrivarci. La spazialità delle viste è da togliere il fiato: appena a Nord ci sono i due picchi del Cevedale, con in mezzo l’immenso ghiacciaio dei Forni. Quando il cielo era completamente libero da nuvole si è anche intravisto il Gran Zebrù (3850 metri, seconda cime della regione più bassa solo dell’Ortles), con la sua inconfondibile forma.
Verso Ovest, bellissima si erge la poco conosciuta Punta San Matteo, di oltre 3700 metri, con una cresta che porta in vetta che spero un giorno riuscirò a percorrere (meglio dopo aver fatto un corso CAI per alpinismo su ghiaccio, sul quale non ho proprio esperienza). Verso Est la cosa più spettacolare è il lago del Careser. Verso Sud spettacolare la vista di tutto il gruppo del Brenta e della Presanella.
A chi volesse provare il brivido di salire a quote così elevate, senza dover superare difficoltà troppo elevate, mi sento di consigliare fortissimamente questa salita… la fatica che si deve fare è ampiamente ricompensata. Oggi ho un solo cruccio... per migliorare il mio record di quaota raggiunta.... dovrò salire davvero in alto. Un idea potrebbe essere il vicino Cevedale, ma prima occorre prendere la gisuta padronanza della percorrenza su ghiaccio.

domenica 2 agosto 2009

O-marathon 2009

Aspettavo con curiosità questa gara così particolare… una competizione di orientamento così lunga non l’avevo mai fatta. Ero davvero impaziente di capire se in una gara di oltre due ore sarei riuscito a mantenere ad un livello adeguato l’attenzione, cosa che spesso mi ha fatto perdere stupidamente gare.
La prima cosa da dire è che mi sono divertito molto, e questa dovrebbe essere la cosa più importante in ogni gara a cui si partecipa. Mi aspettavo poi una gara molto più dura di quella che alla fine è stata: tempo previsto del vincitore 2h30, mio tempo realizzato 2h11’ e alla fine non ero nemmeno troppo stanco.
Partenza alle 8.30 al centro fondo Millegrobbe…il primo impatto con la mega-carta è stato notevole….mai visto nulla di simile, anche se ritengo che il fatto non abbia creato nessun problema, bastava solo un po’ di accuratezza nella piegatura nelle varie fasi della gara. Si partiva con una farfalla di separazione, che mi è apparsa fin da subito abbastanza semplice, tanto che l’impressione che ho avuto è che all'uscita verso il punto 8 non ci sia stato un minimo di selezione e il gruppo dei più forti era estremamente compatto. Nel passaggio verso passo Vezzena i più forti hanno incrementato il ritmo tanto che i vari Cipriani, Casagrande, Mair erano scomparsi dal mio orizzonte. Al cambio sport ident di passo Vezzena ho riacciuffato l’amico Michele che, dopo un primo tratto corso assieme mi aveva staccato.
Alla seconda farfalla la situazione si è un po’ rimescolata tanto che mentre stavo finendo il secondo ramo, ho visto Enrico uscire .. e la cosa mi ha dato molto morale in quanto significava che ero molto vicino alle posizioni di testa. Ho incrociato un bel po di concorrenti nelle vicinanze del centro farfalla… (Grilli, Carbone, Hueller, Bozzola, Paoli, Michele…) ma non ho idea della classifica in quel punto in quanto non sapevo se ai miei transiti fossero al primo o secondo ramo. Poco prima della terza farfalla ho ri-raggiunto Michele che mi aveva di nuovo staccato e al punto 27 abbiamo punzonato assieme a Mair. In considerazione della classifica finale probabilmente a quel punto ero pin piena corsa per un posto sul podio. Tuttavia dopo aver punzonato al 27 ho deciso di fare una scelta diversa da Mair che poi rivedrò solamente al traguardo. Ma il mio modo di vedere l’orientamento è questo, non mi piace seguire. Prediligo fare quello che le mie capacità mi permettono , anche se a volte ciò significa perdere qualche posizione. Per dirla alla Zonato non farò mai “il ferroviere” per opportunismo. Certo nelle gare a volte, facendo lo stesso percorso capita di seguire un atleta, magari anche per lunghi tratti, ma se le scelte che si intende fare sono identiche e chi ti precede corre al tuo livello la cosa è inevitabile e non pianificata come tattica.
Il finale della gara l’ho vissuto con molta preoccupazione in quanto, dopo parecchio tempo, ho corso una gara con pochissimi errori e la paura di gettare tutto all’aria con una cavolata era forte.
Per fortuna, nonostante qualche tentennamento il traguardo è arrivato facile, e la classifica mi ha sorriso con un quinto posto che davvero non mi aspettavo visti i nomi in partenza. Adesso l’imperativo è continuare su questa impostazione… gambe efficienti e cervello SEMPRE collegato con l’obiettivo principale di eliminare il “singolo“ errore che tante volte mi ha rovinato la prestazione. A Settembre ci sono ancora molte gare dove prendersi qualche soddisfazione.
Complimenti a Enrico e Giorgio Paoli per la vittoria. Mi spiace per Andrea Cipriani che aveva fatto l’ennesima gara eccellente ma che è incappato in squalifica per non aver punzonato la lanterna al cambio sport-ident. Una vera beffa dopo 2 ore di gara corse alla perfezione.
Infine un complimento agli organizzatori, che hanno saputo proporre questa formula nuova di gara orientistica e offrire un livello organizzativo ottimale. Azzeccatissima la scelta di portare l’arrivo al Parco Palù. Un luogo davvero fantastico dove trascorre anche il resto della giornata assieme alla famiglia.
AGGIORNAMENTO DISTANZE: il gps ha rilevato una distanza di 18,4 Km percorsi e analizzzando il profilo altimetrico c'è una certa conferma del fatto che probabilmente il dislivello corso è stato minore dei 600 metri indicati. Per un calcolo preciso dovrei fare il calcolo sulla carta, seguendo il percorso e conatno le curve di livello effettive. Il GPS mi dive che siamo sui 450 metri.

domenica 5 luglio 2009

Ruioch

Per continuare la preparazione alla O-Marathon, abbinando il piacere di salire in montagna oggi sono riuscito a trovare il tempo per salire il monte Ruioch, che con i suoi 2415 metri è il secondo rilievo del Lagorai occidentale, secondo solo al vicino Monte Croce, alto 2490 metri.
L'attacco è partito da Palù del Fersina, a quota 1400 metri tondi tondi. L'inizio della salita è stato complicati dal fatto che l'inizio del sentiero 314 non è dove segnato sulla mia carta Compass "Valsugana e Tesino" ma bensì nel bel mezzo della piccolo abitato denominato "Tollen". Un errore abbastanza clamoroso, verificato poi con il tracciato GPS. Per spirito orientistico e di avventura ho allora deciso per una prima parte di salita "free" fino a raggiungere la prima chiara direttrice a circa 1650 metri di quota. Di li tutto chiaro: salita verso Passo Cagnon e il successivo Passo val del Mattio.
Di li la traccia del sentiero non è molto chiara a causa del terreno completamente sassoso. Anche in questo caso ha prevalso lo spirito orientistico, con salita "lungo la linea" verso il punto più alto del rilievo a 2435 metri, che stranamente però non è identificato come la vetta, posta sulla cresta sommitale a un centinaio di metri, ma a quota 2415. Questo fatto è abbastanza singolare: di solito molte montagne haoo la cosiddetta "anticima" che è un picco in prossimità della vetta ma a quota leggermente inferiore (Celebre la vicenda della prima salita del Broad Peak in Karakorum dove i salitori arrivarono proprio sull'anticima e rimasero di stucco quando si accorsero di non essere sul punto più alto della montagna)
La cresta sommitale è davvero molto difficoltosa da percorrere, in quanto è un autentico ammasso di sassi, anche di grosse dimensioni, da percorrere con estrema attenzione. Superata al cresta la discesa, effettuata dal versante occidentale, è decisamente più piacevole. Sia arriva al picco del "Uomo vecchio" e si scende verso l'incantevole scenario del Passo Polpen.
Una nota tecnica piacevole sono le nuove scarpe che ho acquistato: un paio di "Inov" per uso orientistico e per escursione in montagna. In pratica una scarpa da corsa con suola rinforzata e con profilo a "tacchetti" che garantisce un aderenza sorprendente. Se aggiungo che la calzata è di una comodità quasi assoluta, credo di avere trovato un prodotto eccellente che mi sarà utilissimo per questo genere di uscite.
Ultime righe per le immancabili considerazioni "numeriche" in merito al tracciato percorso e rilevato dal GPS. In salita distanza in pianta 6.82 Km con un dislivello di 1035 metri, in 1h e 21'. Pendenza media 15%, 17,15 Km sforzo, con una media di 4'43'' / kmsfz. Considerando anche la discesa 13,36 Km, in 2h11'. 23.7 Kmsfs a una media di 5'32''. La discesa è stata tuttavia rallentata moltissimo nella parte iniziale sulla cresta a causa della già citata difficile percorrenza della zona sassosa.
Termino consigliando a chi ha tempo e voglia di fare questo itinerario: è davvero spettacolare e la vista a 360° che si ha in vetta magnifica.

lunedì 29 giugno 2009

Ascesa al Gronlait

Non so cosa mi passa per la mente però mi frulla nel cerevello l'idea di partecipare alla O-Marathon 2009. Questo nel mio peggior anno di condizione atletica da quando corro (circa 20 anni n.d.r.), ma tant'è che sono bastati un paio di mesi di allenamenti con un minimo di continuità per farmi ritrovare un po' di entusiasmo.
Per capire se il fisico può reggere uno sforzo così impegnativo ho iniziato a rispolverare un grande classico dell'allenamento alpinistico: la salita in vetta con più o meno 1000 metri di dislivello. Una cima vicina a casa che mi mancava era quella del Gronlait.
Partena a circa 1500 metri poco sopra Fierozzo, salita per i Prati Imperiali e poi verso la forcella che divide il Fravort dal Gronalit.
Dalla forcella si sale poi per la cresta Sud del Gronalit fino ai 2383 metri della cima. Quando sono in vetta ad una montagna, specie se ho la fortuna dei essere da solo come è stato questa volta, provo davvero delle sensazioni uniche. La pace del silenzo quasi assoluto rotto solo dal fruscio del vento, l'ampiezza degli spazi attorno a te, gli strapiombi sotto i tuoi piedi. E'una magia che si ripete e non stanca mai. Anzi più stai in montagna e più ci vorresti stare, anche su una tutto sommato modesta montagna di nemmeno 2500 metri di quota.
Per la discesa ho scelto di non rifare la via della salita ma di rientrare dalla Valcava, vallata veramente suggestiva.
Dal punto di vista tecnico la salita ha comportato 900 metri di dislivello, saliti su una distanza planimetrica di 6.6 Km, in un tempo comlessivo di 1h e 11'.
Per gli amanti delle statistiche fanno 15.6 Kmsf, con una pendeza media del 13.6%.
Un ritmo planimentrico di 10'45''/Km e invece 4'33''/Kmsfz.
Questo la dice lunga sui ritmi di gara che si potrebbero tenere in una gara di orientamento se non si sbagliasse nulla!
In ogni caso le sensazioni sono state buone... ancora un mese di tempo per allenarsi... chissà che non riesca davvero a pronunciare la fatidica e leggendaria frase.... "Go finio ‘a O-Marathon!" (Tratto dal blog di Stegal)

lunedì 15 giugno 2009

Analisi errori gara di Barricata


Mi sono divertito (e anche un po' mangiato le mani) a riutilizzare il mio programmino per il calcolo degli errori.
L'analisi è molto semplice... un errore gravissimo, uno grave, tre imprecisioni.
Togliendo i due errori gravi, ricordando che i "se" e i "ma" non servono a nulla, il risultato sarebbe stato molto diverso.
Certo che 17 minuti di errori sono inaccettabili, anche se uno da solo rappresenta il 56% del totale. In ogni caso troppo lo stesso....
Non sbagliare deve sempre essere il primo imperativo. Occorre riuscirci!!

domenica 14 giugno 2009

Barricata - Campionati Trentini Long


Ci sono gare in cui non si ottiene un risultato particolarmente positivo, ma che possono dare indicazioni ottimistiche.
Questo CT Long è stato per me così. Se dovessi guardare solo alla classifica non sorriderei di certo ma le sensazioni in gara sono state le più positive di tutta la stagione.
Primo fra tutto la condizione atletica è finalmente tornata sufficiente: di certo posso rendere molto di più ma rispetto a un paio di mesi fa il progresso è notevole. Quest'estate ho intenzione di continuare ad allenarmi, specie in salita, e se va tutto bene in autunno sono convinto di ritornare ad essere atleticamente competitivo.
Dal punto di vista della tecnica.... sono tornato ad un classico del passato. Quasi tutti i punti molto bene, un errore medio e purtoppo un erroraccio.
So che devo lavorare a livello mentale per riuscire ad eliminare quel singolo calo di attenzione...concentrazione... quel momento di mancanza di lucidità che tante volte compromette una gara che potrebbe essere molto positiva.
Purtoppo non ho davvero idea come si possa allenarsi per un obiettivo simile... ci dovrò pensare, parlarne con qualcuno che mi può consigliare. Certo è che adesso come adesso è un mio grosso limite. Lo dimostra il fatto che quasi sempre gli errori li commetto su punti semplici, mai su quelli difficili ( e quindi non è di certo una questione tecnica). Questo nonstante cerchi di scolpirmi nel cervello che mai nessun punto è facile e occorre porre la stessa massima attenzione in qualsiasi tratta. Già..perchè nell'orientamento fare 19 punti eccellenti e uno disastroso non serve proprio a nulla, se non a mangiarti le mani.
Tuttavia, considerando il periodo da cui arrivo preferisco sia andata così, pittutosto che constatare che la prestazione sia stata costante e mediocre per tutto l'arco della gara. Certo oggi un po' di rimpianto c'è perche la possibilità di entrare nei tre del campionato Trentino era ghiotta.
Adesso devo estendere la mia tenuta mentale a ogni secondo delle competizioni. A partire dal beep della partenza, fino a quello della lanterna finish.
E questa la nuova sfida che mi aspetta.

domenica 7 giugno 2009

PINE' - COPPA ITALIA - Ritorno alle origini in MB


Le carte al 15.000 proprio non le sopporto, nel senso che non sono semplicemente capace di leggerle se sono molto particolareggiate. La carta di Pinè al 15.000 si prospettava difficoltosa e quindi all'ultimo minuto ho deciso di iscrivermi nella prima categoria disponibile con carta di gara al 10.000, ovvero la vecchia cara MB.
La gara è andata in linea di massima bene: pochi errori, qualche scelta di percoso non ottimale ma nel complesso la testa per foruna ha funzionato bene. Per le gambe manca ancora un po'. Cosa non secondaria mi sono divertito MOLTO...cosa che con una carta illeggibile (a me incapace, sottolineo) non sarebbe risucita.
Vorrei solo far notare a chi sbeffeggia la categoria che nonostante una prova ben di sopra della sufficienza, la classifica decereta un 5°posto. Alla faccia della categoria materasso!!
Per il resto un plauso all'Orienteering Pinè, davvero molto bravi. L'organizzazione è riuscita a combinare logistica e parte tecnica in maniera ottimale, grazie alla zona arrivo collocata presso lo stadio del ghiaccio di Pinè. I percorsi e la carta (stampa topografica) mi sono sembrati decisamente all'altezza.
Un elogio particolare per il sito Web, molto bello e funzionale. Da APPLAUSO il fatto di aver reso disponibili classifiche e split time già in serata. Dovrebbe servire da esempio generale... poter analizzare la propria gara poche ore dopo averla corsa è a me particolarmente gradita.
Adesso.... i campionati Trentini Long a Barricata. Per fortuna la carta di gara sarà al 10.000. Non nutro particolari speranze, ma ho decisamente volgia di dare il massimo possibile. E tentar non nuoce mai....

domenica 31 maggio 2009

Trofeo delle regioni 2009 - STAFFETTA - Varena

Fin dai tempi dell'atletica le gare di staffetta mi hanno entusiasmato perché riuscivano a rendere di squadra una disciplina per definizione individuale. Allora correvo la 4x400 ai campionati societari. Ricordo ancora come fosse ieri che praticamente sempre ero schierato in seconda frazione, quella che riceve il cambio in corsia e dopo aver effettuato la prima curva, rientrava alla corda nella curva prima del rettilineo finale. Una delle cose più belle era che quando vedevo il compagno arrivare con il testimone in mano mi emozionavo molto di più rispetto ad una ara individuale. E quando le gare si risolvevano in volata fra gli ultimi frazionisti...c'era un'atmosfera di adrenalina pura...
Mai avrei pensato che passando all'Orientamento si sarebbero potute provare sensazioni ancora più coinvolgenti. La staffetta orientistica è secondo me un fantastico condensato di emozione, autocontrollo, senso di responsabilità verso il compagno, terrore di "rovinare" la prestazione della squadra.
Mi piace, mi piace tantissimo. Mi ha fatto provare emozioni e soddisfazioni ben più delle mie gare individuali. Forse la più bella è stata ai campionati italiani 2005 a Barricata, quando in terza frazione Maurizio Giuliani in un testa a testa finale con Gianluca Di Stefano mi permetteva di salire per la prima volta su un podio nazionale. Memorabile fu anche a San Genesio l'anno successivo quando al secondo cambio eravamo incredibilmente in vantaggio di 5 minuti sul "superPrimiero"... poi però Roberto Pradel ci ha negato quella che avrebbe potuto essere la più grande soddisfazione della mia carriera orientistica, ma fu ugualmente un secondo posto fantastico.
Altri ricordi difficli da dimenticare... un anno a Cavareno ai campionati Trentini staffetta a due, Michele Candotti mi da un magnifico cambio in prima posizione transitando in contemporanea con Enrico Casagrande (poi con Giorgio Paoli) e Maurizio Giuliani (poi con Stefano Demattè). Nei primi punti lascio la compagnia e con un gamba che veramente volava passo al comando. Voltandomi non si vedeva più nessuno..... poi al punto 4 uno dei black out più impressionanti di questi anni di orientamento. 30 minuti per un punto da 5 al massimo e alla fine l'incubo di presentarmi all'arrivo avendo gettato al vento un occasione per un titolo provinciale. Poche volte una gara sportiva mi ha fatto venire il mal di stomaco come quella volta. Forse per quel motivo nel 2008 sulla piana del Cansigio Michele mi ha restituito il "favore": questa volta io al lancio e dopo una buona frazione transito secondo dietro solo all'inafferrabile Rigoni. Dopo che iniziano i primi arrivi vedo Michele arrivare... ma non dalla parte della lanterna 100, ma dall'altra parte del bosco. Rititato per "black out mentale" mi dirà dopo.
Che siano state gioie o dolori, comunque gare che si vivono con un coinvolgimento emotivo particolare.
Arriviamo finalmente alla gara di Varena.
Arrivavo a questa competizione, leggasi post precedente, in condizioni psicofisiche di certo non ottimali. Tuttavia la mia gara, in prima frazione (ormai mi sono specializzato "al lancio") segna una certa inversione di tendenza rispetto agli ultimi disastri. Dopo una partenza non proprio promettente, per una palese imprecisione della carta che ha mandato in crisi pure il Super Cip Andrea Cipriani e Alberto Grilli, ho iniziato una sequenza di punti particolarmente positiva. Non avendo la carta di gara, a mente, verso il punto 9 ho passato Giuliano Rampado e poco prima del punto spettacolo sono riuscito a raggiungere Marco Giovannini e Corrado Arduini. Nei punti successivi non sono riuscito ad isolarmi mentalmente e inconsciamente ho volto spesso lo sguardo verso di loro. In alcuni punti la cosa si è rilavata vantaggiosa in zona punto. In due occasioni però mi sono cacciato in dei "quasi guai" andando verso punti di controllo che non erano i miei. Nel primo caso me ne sono accorto in pochi secondi e portarmi al punto giusto mi è costato si e no 20 secondi. Alla lanterna 18 però, complice anche un errore di parallelo, e avendo davanti a me Corrado ho fatto una figura "da dilettante" andando alla lanterna sbagliata. La cosa mi ha decisamente irritato... dopo tanti anni di gare pensavo di non commettere più ingenuità simili. Mi giustifico col fatto che la gara era verso il termine ed ero veramente esausto. Credo davvero che essendo "al gancio" ho scollegato il cervello per qualche secondo seguendo senza ragione ( e soprattutto senza la volontà di trarne vantaggio) l'avversario. Per fortuna che avendo letto bene la carta per tutta la percorrenza mi sono rilocalizzato molto in fretta, perdendo non più di due minuti. Il tempo per farmi riprendere da Giuliano. Il punto dopo invece è ricomparso Marco e dopo un esitazione anche per andare alla 100 (il che mi da la certezza che ero davvero alla "frutta") volatone finale per dare il cambio a Michele...ormai mio fedele compagno di staffetta. E che compagno questa volta!! Michele ha disputato una seconda frazione fantastica, risultando secondo solo a Carlo Rigoni e permettendo alla staffetta Trent-O di arrivare adirittura quarti a soli 4 minuti dal podio. Un risultato assolutamente insperato, merito (va detto) principalmente di Michele.
Per me comunque una gara che risolleva un po’ il morale, perché nonostante il paio di errori dovuti all'eccessiva influenza che hanno avuto gli altri concorrenti sulla mia attenzione, ho corso quasi sempre con un ottimo contatto carta terreno. C'è da dire che la difficoltà tecnica generale non era elevatissima, ma specie nei punti più tecnici sono stato molto preciso e attento.
Adesso mi aspetta la coppa Italia di Pinè..con una notevole dose di follia mi iscriverò in M35 affrontando 12,4 kmsfz in un momento non eccezionale. Però non ce la faccio proprio a tirarmi indietro. Confido in paio di buoni allenamenti infrasettimanali di almeno 1h-1h15', per riprendere "gamba".
A costo comunque di arrivare al traguardo strisciando al "passo del leopardo"

domenica 24 maggio 2009

CIMIRLO-MARANZA: un Week End da dimenticare

Nelle mie intenzioni questo fine settimana, con il doppio impegno al passo Cimirlo e sulla nuova carta della Maranza, doveva essere quello del rilancio dopo un inizio di stagione che nella realtà non c'è mai stato.
Ci sono periodi però in cui gira tutto storto, ma che più storto davvero non si può!
Cominciamo con Sabato : nelle intenzioni un "Warm up" in vista di Domenica. Sul volantino scaricabile dal sito fiso leggo gara SPRINT al passo del Cimirlo, valida per il circuito CSI 2009. Non so in base a quale strano convincimento, ma nella mia testa c'è una gara sprint da corrersi prevalentemente sulle vie "asfaltate" della zona, pertanto da correre con scarpe da ginnastica da strada. La gara invece (orientisticamente interessante oltretutto) è tutto il contrario di quanto pensato: tutta in bosco, con pendenze anche notevoli, no sprint (Tempo vincitori sopra la mezz’ora) e difficilmente corribile con calzature normali. Dopo l’ennesima caduta con sbucciature comprese, considerato pure che avevo tralasciato una lanterna abbastanza lontana dalla zona arrivo, decido di salvare più energie possibile per il giorno successivo. Se il buongiorno si vede dal mattino….
E arriviamo alla gara di Domenica, al Rifugio Maranza, valida per l’assegnazione del titolo di campione trentino “Middle” 2009. Il viaggio in zona ritrovo è costellato da una serie di contrattempi che hanno dell’incredibile, sui quali però è meglio sorvolare. L’unica cosa positiva è che salendo in moto, mi è gentilmente concesso di arrivare con il mezzo fino al rifugio, risparmiandomi i 2,5 km di camminata con relativo dislivello. Senza questo “bonus” difficilmente sarei riuscito a partire in orario.
Arrivato alla partenza cerco di cancellare tutti i cattivi pensieri e le tribolazioni del giorno prima e della mattinata. La carta, appena presa al via si rivela molto particolareggiata e difficilissima da leggere in corsa. Memore di esperienze precedenti mi impongo di non forzare i ritmi e di stare molto attento. La mia condizione fisica non particolarmente brillante non ostacola questa impostazione in quanto anche se avessi voluto tirare le gambe mi avrebbero fatto un bel gesto “dell’ombrello”. L’inizio è incoraggiante: una piccola indecisione al punto 1 (pochi secondi comunque) però poi proseguo deciso e sicuro per gli altri punti. Ma il mio destino in questo periodo è che se qualcosa va bene, deve necessariamente durare molto poco. Nei pressi della lanterna 4 scivolo banalmente su un fianco e nella caduta la coscia sinistra sbatte violentemente su un sasso affiorante. Il dolore è da togliere il fiato: il compagno di società Emilio a pochi metri da me, sentiti i miei lamenti, gentilmente mi chiede se ho bisogno di aiuto. Lo ringrazio e gli dico di continuare tranquillamente la sua gara. La botta è però violenta e per un minuto buono cerco di capire i danni riportati… dato che avevo iniziato così bene la gara stringo i denti e confido di poter continuare. La gamba duole ma dopo qualche minuto, forse per l’effetto del muscolo caldo riesco ancora a correre, pur con una certa sofferenza. Ma una buona gara di questi tempi farebbe talmente bene al morale, da riuscire a farmi sopportare il dolore fisico. Le lanterne 5, 6 e 7 le corro molto bene, con grande sicurezza. Alla 8, forse una delle più toste della giornata compio il primo errore della giornata non riuscendo a capire se la traccia su cui corro è il sentierino che porta al punto. Evidentemente no, perché vado lungo alla base di un colle più avanti. Per fortuna mi accorgo subito dell’errore e torno in zona punto perdendo un paio di minuti, ma non compromettendo la gara. Cosa che faccio al punto successivo. Cerco di prendere il sentierino che dovrebbe portarmi con facilità alla grande roccia, facile punto di attacco alla lanterna. Sembra un punto banale, uno dei più semplici della giornata. Infatti arrivo a un roccione ma con mio grande stupore la buca lì vicino non c’è. Mi prende una certa ansia, sono sicuro di essere arrivato giusto ma niente da fare. Decido si spostarmi leggermene verso il basso e lì inizia un calvario che dura 12 minuti. Mi prende uno sconforto micidiale… non capisco, non riesco a riprendere il contatto carta. Ritorno alla roccia di nuovo, ma nulla, la buca non c’è. Non passa nessuno. Lo sconforto si impossessa di me totalmente, non riesco a reagire. Tutto di un tratto è come se tutte le energie uscissero dal mio corpo. Una sensazione veramente brutta. Dopo un po’ mi guardo attorno, vedo altri orientisti in lontananza e appare un’altra grande roccia. E’quella vicina al punto. Arrivare alla buca è un gioco da ragazzi. Anche al traguardo non riesco a capacitarmi e a capire cosa sia successo, dov’era quella roccia che mi ha ingannato. Perché non ho capito..perchè non mi sono in ogni caso rilocalizzato in fretta come ho fatto al punto precedente.
Punzonato il punto 9 ho una grande voglia di ritirarmi, mi prende quasi un rifiuto per lo sport che tanto mi appassiona, tanta è la delusione di aver visto sfumare l’occasione per ricaricare il morale.
Mi impongo di impegnarmi fino al traguardo, ma non mi diverto più. Paradosso dei paradossi, non sbaglio quasi una virgola…
Arrivato alla fine, mano a mano che il muscolo si raffredda il dolore aumenta e mentre scrivo (ore 23.00) fatico quasi a camminare.
Credo che la gara sia stata molto interessante, corsa su una zona molto tecnica e impegnativa sia fisicamente che tecnicamente. La difficoltà maggiore che ho incontrato è stata leggere i particolari delle curve di livello che con stampa laser, e con la scala al 10.000 erano davvero problematici da comprendere in corsa. Quando Enrico Casagrande a fine gara mi ha fatto vedere la sua “tutti i punti” in scala 7500… ho provato un po’ di invidia in quanto con quella scala la gara sarebbe stato più divertente. Peccato che i regolamenti siano così rigidi…in questo caso sarebbe bastata un po’di beata elasticità regolamentare, per permettere agli organizzatori l’uso del 7500 e farci divertire molto di più. Un complimento d Antonio Baccega: la sua prestazione dimostra che quando c’è la classe…. non c’è gamba, carta, età e altro che tenga…la dimostrazione lampante che trovare stupide scuse è esercizio sciocco e ingannevole verso se stessi. I campioni vanno sempre forte, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi sia la carta, la scala, la stampa, il meteo, le circostanze ecc.ecc..
Per questo motivo quando le cose vanno male l’unica cosa utile da fare è avere il rigore morale di guardarsi dentro, non cercare scuse, abbassare la testa e cercare la forza per reagire.
In ogni caso grazie agli amici dell’Orienteering Pergine e Villazzano per avere proposto questa zona nuova.
Per me invece…. un altro boccone amaro da mandare giù, con un Week end che doveva essere quello del rilancio e che invece mi ha demoralizzato ancor di più. E beffa oltre al danno, lasciato una gamba parecchio malconcia. Ho paura a pensare a domani mattina quando dovrò scendere dal letto.
Speriamo che la ruota giri in fretta. Adesso come adesso… non ne gira una di giuste.
PS per Stegal. 2-0 per te!!

lunedì 11 maggio 2009

Obiettivo "Trentini Middle"

Dopo le fatiche organizzative dei campionati italiani è ora di rivestire i panni dell'orientista attivo e cercare di recuperare una condizione atletica accettabile. Come sempre darsi un obiettivo aiuta a trovare stimoli e così ho deciso di dedicare la mia attenzione ai campionati trentini "middle" che si correranno sulla Marzola il 24 Maggio. Mi incuriosisce molto la cartina sui cui saremo chiamati a gareggiare... durante qualche allenamento "vertical" per salire ai circa 1850 metri della vetta partendo dal passo del Cimirlo più di una volta avevo "puntato" l'occhio sui quei terreni per un'opportunità cartografica ma poi la mia attenzione era stata prevalentemente rapita dall'altopiano dell'Argentario. Sono però felice che qualcuno abbia realizzato quell'idea. Avevo sempre considerato un po' il limite della zona la mancanza di alternativa al "costone", ma poi mi ero ricreduto perchè osservando dall'alto c'è una zona "a conca" che potrebbe essere interessante e spero che la carta si sviluppi anche in quella parte dando "movimento" alle curve di livello che altrimenti temo sarebbero abbastanza "diritte".
Da un paio di settimane sono riuscito a trovare una certa continuità nella frequenza degli allenamenti, correndo in media un giorno su due. La condizione è migliorata, anche se non ci voleva veramente molto dato lo stato pietoso in cui annaspavo. La cosa che mi più preoccupa è che non riesco a recuperare mobilità articolare e mi sento sempre molto rigido e "inchiodato" in particolar modo di schiena e anche. Sicuramente l'approssimarsi ai 40 anni impone una maggior attenzione verso l'allungamento muscolare. Purtroppo tutti gli impegni della vita non consentono più quei bellissimi allenamenti nei quali dopo la corsa si poteva dedicare 30-40 minuti allo stretching. Adesso è tutto compresso in tempi stretti e tralasciare la fase "fisioterapica" ha conseguenza non piacevoli.
Spero di recuperare un po' di agilità da qui a fine mese... per fare delle buone gare prima dell'estate....e non sentirmi un .... "ex atleta"

lunedì 27 aprile 2009

Campionati Italiani MIDDLE 2009 - Bosco di CIVEZZANO


Adesso che è tutto finito, faccio ancora fatica a credere che sia successo per davvero.
Mi tornano alla mente gli allenamenti sul monte Calisio, quando dalla piazzola della vetta guardavo verso nord, e vedevo quella specie di spianata e pensavo... chissà come sarebbe una gara di orientamento laggiù. Si vedevano dei bellissimi prati, delle zone con pendenze improponibili ma anche grandi spianate, fra le quali una che si distingueva dalle altre e che molto tempo dopo ho scoperto chiamarsi "Pra Maor". Poi, scendendo a correre nelle zone viste dall'alto e uscendo qua e la dai sentieri di normale percorrenza che da Montevaccino portano al lago di Santa Colomba, rafforzavo il mio convincimento. Qui una bella gara di Orienteering si potrebbe proprio fare. Poi le coincidenze che nella vita si intersecano hanno fatto si che un'amica di Maria Piffer fosse un membro della circoscrizione dell'Argentario, incuriosita probabilmente nel sentir parlare di Orientamento. Così dopo qualche chiacchiera, qualche riunione alla circoscrizione dell'Argentario si capì che qualcosa di bello poteva nascere. Poi non so perché... e nonostante abbiamo vissuto questa grande avventura assieme in questi mesi ho ancora da chiederglielo.... si è convinto anche l'altro Andrea del Trent-O, che fortunatamente conta molto più di me nel mondo dell'orientamento. Allora quello che era una mio folle pensiero o desiderio iniziò a materializzarsi. Forse un Arge Alp? Wow... che prospettiva però.... ma.... a me piacerebbe di più i camp..... nooo ma che stiamo a scherzare??? Un Arge Alp sarebbe già un grande evento!!! Lasciamo stare i desideri irrealizzabili di un aspirante orientista di livello ormai mancato!
Però intanto le prime idee iniziarono a diventare cose concrete.
Il 6 Ottobre 2007 si corre la prima edizione dell'Ori-Argentario, gara promozionale di Orientamento.
Un diluvio terrificante si abbatte sotto il Calisio esattamente durante le tre ore di svolgimento della gara. Inizio bagnato, inizio fortunato??? Mahh forse si, ma avrei preferito una bella giornata di sole. Bello lo stesso. Certo che il "Pra Maor"….sarebbe tutto un'altra cosa. Chissà. Ma dai... che cosa assurda. Ma vuoi che se fosse una cosa seria... una carta a 10 minuti dal centro di Trento e mai nessuno ci ha fatto un pensierino? Assurdo! Certo ... però .. ahhh quanto è bello il Pra Maor (Per onestà intellettuale la zona era già stata in parte cartografata. Esisteva una vecchia carta "Pralongo" che comprendeva parte della zona della semifinale e una vecchissima carta di MTB-O che copriva una area più ampia. In ogni caso parliamo di circa 20 anni fa...una bella "naftalina!!")
Passa un anno e la folle idea, grazie al "giramento di rotelle" di Andrea R. si concretizza. Un giorno me lo dice quasi in scioltezza: facciamo il campionato Italiano Middle sull'Argentario. Ah... avete presente quando vi dicono una cosa e di botto non si realizza immediatamente? Qualche minuto dopo.. "cooooosaa???" Campionato Italiano Middle sull'Argentario?!?!? Magnifico!!! E la mente tornava a quella vista dall'alto della vetta del Calisio, a quel primo pensiero originale.
Poi tutto si è incanalato nel verso giusto: la presentazione della candidatura, il secondo Ori-Argentario "cittadino" (molto più partecipato del primo e festa del comitato Trentino della Fiso), l’accettazione della candidatura, i primi pensieri dell’organizzazione.
Ed è arrivato il 2009... per me iniziato in maniera traumatica, per varie vicende che mi hanno coinvolto. Il tempo di superarle che era già ora di mettere il "campo base" in zona carta per aiutare Manuela a tracciare la semifinale. Ore in giro per i Boschi, nottate su Ocad, i consigli preziosi di Andrea R. Adesso che ne parlo al passato, sembra che tutto sia andato così in fretta.
La cronaca della gara non deve stare su questo Blog, ma deve essere scritta da chi l'ha vissuta da ospite. E la cosa più bella in assoluto è percepire già da subito che sia andato tutto bene. La fatica a volte massacrante scompare quando le persone ti gratificano con la loro soddisfazione.
Posso solo rivolgere un pensiero di enorme gratitudine a tutti i volontari che ci hanno aiutato nella logistica e a tutti quelli della nostra società che, come nelle altre organizzazioni, hanno lavorato DURISSIMAMENTE, senza avere le gratificazioni che chi ha ruoli ad "alta visibilità" come il mio inevitabilmente riceve (un po' come nel calcio... l'attacante che fa il goal lo vedono tutti e tutti lo lodano..ma senza un centrocampo e una difesa solidi, che si notano di meno, non si vincerebbe mai!) Posso dire che quando ho ricevuto i complimenti degli orientisti, mi sentivo in colpa verso di loro che silenziosamente e laboriosamente rendevano possibile un evento che ricorderò per tutta la vita. Grazie ancora! A volte la cronaca, i “Media” tendono solo a sbatterti in faccia la merda e il marcio di cui è pieno questo mondo. Partecipare alla costruzione di eventi come questo ha l’impagabile merito di ricordarti che ci sono anche persone Fantastiche, che dedicano tanto tempo, energia e fatica nel silenzio, gratificati solo di quella pacca sulla spalla che gli dai per ringraziarli.
Questa è la storia di un allenamento in salita sulla cima del monte Calisio, di una repentina e involontaria occhiata in direzione Nord in una magnifica giornata di sole.
E di un'idea strampalata e confusa, che si è trasformata in una magnifica esperienza.

mercoledì 4 febbraio 2009

Una lenta ripartenza

Dopo 2 mesi di inattività praticamente totale sto piano piano, e faticosamente, ricominciando a fare qualche uscita di allenamento.
La prima, 22 minuti, è stata un po' traumatica. Lo scopo dell'allenamento è stato riuscire a correre continuamente e non fermarsi quando si presentava anche una minima salitella. La seconda uscita, 26 minuti, non è stata tanto diversa. La cosa sorprendente era anche avere un discreto mal di gambe dopo aver fatto la doccia..... per 26 miseri minuti corsi super lenti!
La terza uscita, di mezz'ora netta netta, è andata invece molto meglio. Migliori sensazioni, nessun affanno e nemmeno mal di gambe alla fine.
E' incredibile quanto si possa perdere stando completamente fermi, anche solo per due mesi.....
Comunque sento di aver rotto il ghiaccio e che nelle 3 settimane che mancano per i campionati italiani Sprint a Firenze, a cui spero vivamente di poter partecipare, riuscirò a correre quanto serve per arrivare in condizioni almeno dignitose. Certo nella migliore delle ipotesi sarò al 50% delle forma della gara di Pergine che assegnò il titolo Sprint 2008. Ma dati gli eventi degli ultimi 6 mesi, già esserci sarà fantastico. E la gara dura solo 15-20 minuti....

giovedì 22 gennaio 2009

Sono "Perginese"

Dopo lunghe e faticose vicende sono finalmente "Perginese".
Con la casa e il trasloco completati (quasi....) spero finalmente di poter tornare ad una situazione di tranquillità, ma soprattutto di ricominciare ad allenarmi almeno un po' per arrivare alle prime gare primaverili in condizioni almeno decorose.
Ho una voglia pazzesca di "orientarmi".