Coppa Italia Sprint a Belluno. Tutti dicono gara veloce, molto veloce,
di quelle "per chi ha gamba".
In quest'ultimo mese dopo un po' di allenamenti seri, la gamba ce
l'avevo per davvero. E quella giornata mi sentivo pure benissimo. Nel
riscaldamento sentivo quelle che un più illustre scrittore blogger definisce
"le gambe magiche". Carico ero
molto carico, convinto al massimo che avrei fatto una gara di quelle "come
si deve". Eh si, perchè
quest'inverno nelle sprint dell'Oricup Inverno, avevo corso bene come non mai
specie dal punto di vista degli errori, quasi completamente rimossi o
quantomeno ridotti a livelli fisiologici, e che negli anni precedenti non avevo
mai eliminato nemmeno nelle sprint.
Insomma c'erano davvero tutti gli ingredienti per "la grande
giornata" , per battezzare al meglio l'ingresso ufficiale nella categoria
M45.
Ma l'orienteering è l'orienteering, e tutto quello che hai costruito in
anni di lenti miglioramenti, può vacillare in un attimo se non hai quella
grande qualità di saper gestire emozionalmente una gara. E la grande lezione di
Belluno è stata che questa capacità non l'ho ancora consolidata.
Al punto 1, dopo essere entrato sfortunatamente in un porticato non segnato in carta, a 10
metri da quello giusto (magari è l'unica volta in tutto l'anno che era
aperto.... ma le sprint sono anche questo) perdo 30 secondi, e sarebbero ancora
rimediabili per un buon piazzamento, ma purtroppo è l'inizio dello scricchiolare
di tante certezze costruite in allenamento e anche nell'approccio mentale , che
quest'anno ho cercato di curare. Via di botto, molto bene fino alla 7, dove in
un vicoletto stretto non leggo sulla carta una piccola (fetente!!!) linea spessa di circa 2 mm di lunghezza che
significa "amico.... di qui non passi". E qui crolla tutto: tutta la
carica, la concentrazione, i buoni propositi. Invece che ragionare con lucidità
e "fare il giro" dall'altra parte la testa va per conto suo in un
corto circuito cerebrale che è davvero difficile spiegare.
Sta di fatto che per 2 punti (a posteriori purtroppo) mi accorgo di
vagare completamente a vuoto senza un minimo di logica. Quando ritorno nel
mondo reale riparto a tutta e gli split dicono che realizzo degli ottimi
parziali, anche diversi migliori tempi. Poi al punto 15 transito alla lanterna,
ma evidentemente non posiziono bene lo sport ident nella stazione e non faccio
caso che questa non suona (credo di più all'elettronica che a me stesso.... se
non ha registrato la punzonatura è certamente perché non ho eseguito bene
l'operazione, non perché alla stazione sto particolarmente antipatico.... il
misfatto è di certo opera mia). Risultato una scoraggiante PM.....
Nell'orientamento, quando ti presenti al via, l'essere allenato
fisicamente, l'essersi preparato mentalmente, l'essere concentrato, l'essere
carico.... sono solo condizione necessaria, non di certo sufficiente. Un bravo
orientista ha fra le sue doti principali quella di sapersi gestire
emozionalmente, caratterialmente, emotivamente, saper gestire con fredda
lucidità ogni imprevisto. A mio avviso
nelle sprint in modo particolare , dove i ritmi elevati e la frenesia del
susseguirsi veloce dei punti non danno tregua al cervello, annebbiato inoltre dalla
fatica per lo sforzo breve ma intenso.
Terrò davvero memoria di questa esperienza. Presentarsi al via preparati
e motivati, non deve andare in contrapposizione ad una efficace gestione
emotiva della voglia di fare bene.
Belluno, Belluno, che dura lezione!!! Da ricordare per farne tesoro.