lunedì 20 aprile 2015

La lezione di Belluno

Coppa Italia Sprint a Belluno. Tutti dicono gara veloce, molto veloce, di quelle "per chi ha gamba".
In quest'ultimo mese dopo un po' di allenamenti seri, la gamba ce l'avevo per davvero. E quella giornata mi sentivo pure benissimo. Nel riscaldamento sentivo quelle che un più illustre scrittore blogger definisce "le gambe magiche".  Carico ero molto carico, convinto al massimo che avrei fatto una gara di quelle "come si deve".  Eh si, perchè quest'inverno nelle sprint dell'Oricup Inverno, avevo corso bene come non mai specie dal punto di vista degli errori, quasi completamente rimossi o quantomeno ridotti a livelli fisiologici, e che negli anni precedenti non avevo mai eliminato nemmeno nelle sprint.
Insomma c'erano davvero tutti gli ingredienti per "la grande giornata" , per battezzare al meglio l'ingresso ufficiale nella categoria M45.
Ma l'orienteering è l'orienteering, e tutto quello che hai costruito in anni di lenti miglioramenti, può vacillare in un attimo se non hai quella grande qualità di saper gestire emozionalmente una gara. E la grande lezione di Belluno è stata che questa capacità non l'ho ancora consolidata.
Al punto 1, dopo essere entrato sfortunatamente  in un porticato non segnato in carta, a 10 metri da quello giusto (magari è l'unica volta in tutto l'anno che era aperto.... ma le sprint sono anche questo)  perdo 30 secondi, e sarebbero ancora rimediabili per un buon piazzamento, ma purtroppo è l'inizio dello scricchiolare di tante certezze costruite in allenamento e anche nell'approccio mentale , che quest'anno ho cercato di curare. Via di botto, molto bene fino alla 7, dove in un vicoletto stretto non leggo sulla carta una piccola (fetente!!!)  linea spessa di circa 2 mm di lunghezza che significa "amico.... di qui non passi". E qui crolla tutto: tutta la carica, la concentrazione, i buoni propositi. Invece che ragionare con lucidità e "fare il giro" dall'altra parte la testa va per conto suo in un corto circuito cerebrale che è davvero difficile spiegare.
Sta di fatto che per 2 punti (a posteriori purtroppo) mi accorgo di vagare completamente a vuoto senza un minimo di logica. Quando ritorno nel mondo reale riparto a tutta e gli split dicono che realizzo degli ottimi parziali, anche diversi migliori tempi. Poi al punto 15 transito alla lanterna, ma evidentemente non posiziono bene lo sport ident nella stazione e non faccio caso che questa non suona (credo di più all'elettronica che a me stesso.... se non ha registrato la punzonatura è certamente perché non ho eseguito bene l'operazione, non perché alla stazione sto particolarmente antipatico.... il misfatto è di certo opera mia). Risultato una scoraggiante PM.....
Nell'orientamento, quando ti presenti al via, l'essere allenato fisicamente, l'essersi preparato mentalmente, l'essere concentrato, l'essere carico.... sono solo condizione necessaria, non di certo sufficiente. Un bravo orientista ha fra le sue doti principali quella di sapersi gestire emozionalmente, caratterialmente, emotivamente, saper gestire con fredda lucidità ogni imprevisto.  A mio avviso nelle sprint in modo particolare , dove i ritmi elevati e la frenesia del susseguirsi veloce dei punti non danno tregua al cervello, annebbiato inoltre dalla fatica per lo sforzo breve ma intenso.
Terrò davvero memoria di questa esperienza. Presentarsi al via preparati e motivati, non deve andare in contrapposizione ad una efficace gestione emotiva della voglia di fare bene.
Belluno, Belluno, che dura lezione!!! Da ricordare per farne tesoro.