giovedì 6 novembre 2014

New York, 7 Novembre 2004

Era il 7 Novembre del 2004. Era 10 anni esatti fa.
E un 34-enne corridore trentino stava per vivere il più grande sogno sportivo della sua vita. Dopo avere visto quella scena tante volte alla TV con la ripresa dall’elicottero, era proprio sotto l’arco di partenza della gara di corsa più importante del mondo. La Maratona di New York!
Avevo immaginato quella scena non so quante volte ed essere davvero lì in quel momento sembrava qualcosa di irreale, impossibile, quasi una dissociazione fisica e temporale.
Cosa è rimasto 3650 giorni dopo? Il tempo, inesorabile cancella il dettaglio dei ricordi, ma la memoria dei sentimenti è ancora molto viva e non si è assopita.
Ricordo l'emozione sul pullman che ci portava alla partenza, attraversando il ponte di Verrazzano in senso opposto a quello di percorrenza della corsa.
L'impressionante massa di persone nell'area della partenza.
La soddisfazione di essere nel primo gruppo in partenza: poter stare comodi fino a 20 minuti dallo start in un area dedicata, ed essere poi portati dagli addetti a 5 metri dall'arco della partenza.
L'inno americano cantato a cappella, da pelle d'oca, e poi la cannonata dello start sentita nello stomaco.
Quando mi sono girato in cima al ponte di Verrazzano e ho visto una colonna umana lunga un miglio, e un brivido mi ha percorso la schiena. Quel fotogramma mi è rimasto stampato in testa come pochi.
I passaggi a Brooklyn, nel Queens. Il Queesnboro , e quella strana sensazione di un passaggio al coperto.
Il boato della folla nella piazzetta subito usciti dal Queensboro.
L'inizio della prima fatica nella first avenue e i grattacieli di Manhattan.
La fatica vera, quella dura senza pietà, dentro il Central Park.
La salita terribile del 40° km , nel lato corto del Central Park.
Ma poi il passaggio al Columbus Circle che annunciava che ormai ce l'avevo fatta.E infine gli ultimi metri : una gioia immensa, incontenibile, felicità allo stato puro. Forse per un non appassionato sembra una frase piena di enfasi, ma chi ha la vera passione per la corsa nell'anima può capire certamente che forse è addirittura riduttivo.
Al passaggio del traguardo non contava più nulla. I sacrifici per prepararsi, il viaggio, la fatica dei 42 Km corsi, il tempo impiegato. Era un sogno, che si era realizzato.
Ero lì, c'ero. Stavo vivendo. Era tutto perfetto, fantastico. Una favola.
Ora sono passati dieci anni, i capelli si stanno colorando di bianco, le prestazioni atletiche stanno inesorabilmente calando, anche se la passione per lo sport praticato è ancora fortunatamente grande e tutto sommato le gambe non girano ancora malaccio.
I ricordi di una carriera sportiva che ormai supera i 30 anni sono davvero tanti, ma quel giorno a New York io lo considero ancora come il coronamento dei  sacrifici, della passione, della volontà di rincorrere un sogno e con tenacia e applicazione totale riuscire a realizzarlo.
Tutt'ora sono combattuto fra quel leggero alone di malinconia perchè si guarda al passato, e la felicità della consapevolezza di avere avuto una grande, grandissima fortuna e privilegio nel potere aver vissuto quei momenti.
Si dice sempre che bisogna guardare avanti, ma in casi come questo  anche guardare indietro è una dolce carezza che fa bene al cuore.  


giovedì 16 ottobre 2014

Semplice no?

Allenare la concentrazione significa controllare i processi motori di pensiero, dirigere e mantenere l'attenzione su di un compito per una corretta esecuzione incrementando le capacità di: 1. selezionare gli stimoli su cui focalizzare l'attenzione, escludendo quelli irrilevanti 2.dirigere l'attenzione al momento opportuno verso le informazioni pertinenti 3. mantenere l'attenzione sugli stimoli rilevanti. L'affinamento e la gestione volontaria della capacità di concentrazione vengono sviluppate attraverso il training propriocettivo e le procedure di rilassamento, andando così a costituire un insieme di abilità sinergiche ed interconnesse e rappresentando le condizioni necessarie per la buona riuscita delle successive fasi di visualizzazione e ripetizione ideomotoria

martedì 14 ottobre 2014

Mi regalo un'altra sfida

Visti gli ennesimi deludenti risultati orientistici, ormai cronici, ho voluto "regalarmi" un'altra sfida. A 4 anni dall'ultima, mi sono iscritto alla Maratona di Roma del 22 Marzo 2015.
Forse per da buon pistarolo (ignorante si intende!) è una buona occasione per rivivere delle emozioni intense, che i grandi eventi regalano con certezza. Anche se credo che stavolta sarà dura... ma dura dura... ma dura dura dura dura. Non che le altre volte lo sia stata poco, comunque, ma so già ancora prima di partire che le limitate risorse di tempo libero non permetteranno una preparazione propriamente adeguata. In questo momento ho anche un po' (tanta) di paura... paura di non farcela, perché quanto corro 20 km... e penso che non sono ancora a metà strada mi domando come ho fatto in passato a reggere tutta la distanza. Il tempo passa, inesorabile.
 Ma forse è proprio questa LA sfida. Il "must" sarà lo svincolo assoluto dal cronometro... verrà quel che verrà. Stavolta davvero voglio solo divertimi, arrivare al traguardo bene, in buone condizioni... a 44 anni in fondo "che ci importa del tempo!" (Vero Stegal?)


lunedì 6 ottobre 2014

CAMPIONATI TRENTINI SPRINT - CROVIANA

Essendo un mio podio ad un campionato trentino individuale un evento abbastanza raro (2a volta), un post commemorativo mi sembra giustificato, anche perchè questo è stato il mio ultimo campionato ufficiale in categoria M35.
In partenza siamo solo in quattro, però obbiettivamente tutti molto competitivi. La griglia prevede a due minuti di distanza, nell'ordine : Me, Dario Pedrotti, Nicola Bertoldi, Eddy Sandri. Specie per Dario ed Eddy si tratta dei due fra gli M35 più in forma del momento e inoltre molto a loro agio nelle sprint. Anche il sottoscritto nelle corte distanze quest'anno si è rivelato tutto sommato competitivo e Bertoldi è uno che di corsa viaggia forte e nelle CSI si è sempre ben comportato. L'analisi della griglia mi fa pensare che non è improbabile che i due forti possano raggiungere i due meno forti avanti a loro, che però essendo buoni corridori potrebbero tenere botta dal ricongiungimento al traguardo. Espongo questa sede a Michele (Candotti) durante il riscaldamento.... e lo svolgimento della gara mi darà ragione in modo sorprendentemente preciso.
Esco dalla partenza deciso e determinato : i primi 4 punti ho l'impressione di correrli molto forte e l'analisi split lo conferma dato che ero secondo a poco da Dario. Dal 5 al 9 tratte ravvicinate e punti più insidiosi mi fanno saggiamente tirare un po' il freno, anche se sono preciso in zona punto e non mi pare di essere eccessivamente lento gli split dicono il contrario, cioè che ho perso parecchio. 10 e 11 tratte di nuovo filanti che cerco di correre a massimo. Alla 12 mentre profondo tutte le energie per continuare in una corsa veloce, cerco il modo arrivare alla strada superiore a quella principale, ma non ho il colpo d'occhio che servirebbe. Mi pare di non trovare sbocchi diretti fra privati e recinti e quando il tempo per pensare è finito e serve decidere che fare, arrivando sullo stradone l'unica cosa che ho in mente è fare il giro per la 13. Questo è l'unico errore di giornata che costa su e giù un minuto. Alla 12 mi prende il Dario.... alla 13 ero già passato e quindi ci vado a bomba dietro a lui. Per andare alla 14 mi passa per la testa di sfruttare "la scia" per l'uscita punto, però sempre guardando la carta.... e infatti  appena usciti dalla 13 ho l'impressione che Dario non prenda la direttrice giusta, ma non ho il coraggio di tirare diritto per la mia scelta... cincischio un po' per vedere che fa e per fortuna si ravvede e quindi su può dare gas a tutta. Se non ricordo male arrivo prima io al punto. Qui però capisco (e non sarà l'unica volta in questa gara) che pur essendo veloce nella corsa durante la tratta sono molto meno scorrevole di lui nelle operazioni di entrata, punzonatura e soprattutto in uscita dai punti. Infatti per andare alla 18 ho un ultimo sussulto di energia per uno strappo in corsa ma in entrata-uscita punto prendo 10 metri buoni dal "dopolavori". Il tempo di riprendersi ed è ora di aspettare la coppia Eddy-Nicola che con un notevole "Thrilling" arriva esattamente 4 minuti dopo di me. Il che significa una cosa : per il primo posto Eddy e Dario se la giocheranno a secondi, esattamente come me e Nicola per il 3° posto.
Vince Eddy per 2 secondi su Dario e io ho la fortuna di arrivare terzo per un misero secondo. Tante volte mi sono preso secondi e quarti posti per inezie... e quasi non mi pare vero che stavolta la sorte è stata dalla mia parte. Eh si, perché bisogna ammetterlo.... un secondo è effettivamente questione di fortuna.
La cosa che mi pare più evidente è che i primi due hanno complessivamente un'altro passo rispetto al mio. Non solo oggi, ma è stato così per tutta la stagione. Atleticamente, ma specialmente del contatto molto rapido corsa-carta e nella fulminea velocità di esecuzione in entrata-uscita punto, specie nelle tratte brevi. Io sono ad un livello tecnico inferiore. Giù il cappello, davvero molto forti.

Visto che ci sono, vista l'eccellenza dei primi due classificati, vista la bella e varia tracciatura di questa gara, ho voluto fare un'analisi di raffronto di come ho corso nelle tratte veloci-lunghe e in quelle lente-corte togliendo il punto 12 con l'errore di scelta.
Tratte Lunghe Veloci : 1-2-3-4-10-11-14-18-19. Andrea 11'59'', Dario 11'43'', Eddy 11'34''.
Tratte brevi-corte : 5-6-7-8-9-13-15-16-17.  Andrea 5'59'', Dario 5'27'', Eddy 5'09''.
Da questo raffronto... emerge numericamente quanto mi era già abbastanza chiaro. Sulla corsa sono ancora competitivo, anche se viaggio un poco meno dei due baldi giovani (ah!! se avessi il tempo di allenarmi appena un po' di più!!! e non lo nasconderei di certo).

Nelle tratte brevi ad alta intensità di corsa-lettura sono parecchio indietro, e dovrò cercare di rendere l'azione più scorrevole, credo specialmente in uscita punto. Però nelle sprint, quest'anno mi sono migliorato correndo gare più che accettabili. Se l'anno prossimo in M45 migliorerò ulteriormente nella fluidità in zona punto potrò prendermi delle belle soddisfazioni.

domenica 18 maggio 2014

I GIORNI DELL’ORIENTAMENTO

Ci sono giorni in cui, parlando di orienteering, va tutto alla grande e anche se ti sforzi di nasconderlo, sei molto carico e soddisfatto.
Ci sono giorni neutri, in cui buono e cattivo si bilanciano, e cerchi di capire se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
Ci sono giorni pessimi, in cui l’unico pensiero è che …. domani è un altro giorno.
E infine ci sono le serie di giorni negativi, quelle che ti fanno riflettere sul fatto che occorre “mettere mano” a qualcosa. Dopo un buon inizio di stagione nelle sprint, sono in quest’ultimo stato: come va un po’ di moda dire, me ne devo fare una ragione. E la cosa a cui devo “mettere mano”, anche in modo profondo e radicale, è la gestione mentale delle gare. So bene di averlo già scritto e forse anche riscritto, ma siccome siamo ancora al punto di partenza, occorre ripensarci di nuovo.
Oggi mi sento un po’ come un mio grande eroe : Wile il coyote. E’ sempre stato uno dei miei idoli assoluti perché nonostante infiniti tentativi di catturare il Road Runner, al secolo beep-beep, e che il più delle volte si concludono in modo disastroso, lui non si arrende mai. Proprio mai! E la cosa che lo rende più di tutto mio eroe è che nel progettare ogni nuovo sistema per catturare il pennuto, profonde uguale e immutato entusiasmo. Quasi la serie di infiniti fallimenti gli facesse un baffo.
Orientisticamente parlando, in questo momento mi sento proprio come Wile il coyote: quello un po’ sfigato che ce la mette tutta, ma proprio non ci riesce. E la cosa peggiore, rendendosi conto che in fondo in fondo, obiettivamente, non sei nemmeno malaccio e tutto sommato spesso ci sai anche fare.
Per fortuna mi ritrovo in sintonia con Wile anche nella metafora del “don’t give up”, con il supporto motivazionale che nel corso della mia vita, anche con fatica e sofferenza, ho raggiunto tanti traguardi che mi sono prefisso e che in certe fasi mi sembravano irraggiungibili. Altrettanto fortunatamente, nonostante un qualche risultato di spicco non arriva mai,  lo sport dell’orientamento continua a piacermi e appassionarmi sempre come quando ho iniziato. Ho visto in questi anni tanti amici e avversari completare dei percorsi di crescita sportiva molto belli: prima o poi arriverà anche il mio turno.
Quello del controllo della mente durante una prova di sforzo fisico, è una sfida troppo affascinante e stimolante per essere abbandonata. Riconoscere un limite, umilmente, è la base per lavorarci e superarlo.
Ho anche deciso di riprendermi una pausa con il blog. Sento più lo stimolo a riflettere che a scrivere. Per intanto grazie ai lettori : il contatore visite è prossimo ai 40.000. Un numero che onestamente mi impressiona.

A presto.

sabato 10 maggio 2014

Uffff


Campionato Trentino Middle a Zortea.
Gara buona, nessun errore particolare... ma PE alla 16 dove una perfida trappola ha messo due lanterne a 40 metri fra loro, entrambe lato ovest muretto. In ogni caso bastava leggere il codice, e credo sia stata l'unica lanterna in cui non lo ho fatto. Non so il perché, dato che lo faccio sempre in automatico. La spiegazione che mi sono dato è che arrivando un po' corto mi sono girato e ho visto 3-4 persone che puntavano la lanterna codice 146, e inconsciamente ci sono andato anche io. Come un vero pollo.
Stasera sono demoralizzato... le ultime due gare sono state più che buone, entrambe rovinate da fugaci attimi di disattenzione. Uffff

domenica 4 maggio 2014

Monte Mezza

A volte capita che le gare poco importanti dal punto di vista dell’assegnazione di titoli possano riservare delle belle sorprese. La Middle corsa oggi in località Monte Mezza nel Tesino è certamente uno di quei casi.
Dal punto di vista del percorso e della carta posso dire che l’ho trovata bellissima, e faccio i complimenti a Fabio Hueller che l’ha tracciata.
Anche la mia gara è stata “quasi” perfetta, anche se quel quasi pesa parecchio. Poche volte infatti mi sono sentito in carta, in pieno controllo come oggi. Peccato che nonostante tutto l’impegno che ci metto non riesco a togliermi di mezzo il maledetto errore che rovina tutto.
La gara: 1, 2, e 3 vanno via facili. Alla 4 prima tratta impegnativa con un 350 metri in c.d.l. Tiro diritto fino al grande avvallamento, poi ancora fino al cambio di direzione del pendio, conto circa 50 metri avanti e in cima al giallino trovo la fine della canaletta e la lanterna. Per la 5 decido di puntare il sentiero, anche potendo scendere. Ci arrivo, scendo fino al muro di terra dove entro in c.d.l. fino alla lanterna. Tutto molto bene. Per la 6 punto la bussola, rallento la corsa al sentierino dove è facile vedere il colle.  Alla 7 esco in curva puntando il pianoro vicino, scendo fino al grande sasso dopo la canaletta. Da li bussola fino al sasso prima del sentierino e di lì è facile arrivare al punto. Per la 8 scelgo la sicurezza del sentierino basso. Quanto a sinistra vedo il cocuzzolo prendo il sentierino a destra che mi porta facile alla buca. La 9 è semplice: c.d.l fino all’avvallamento. La 10 è in bussola, e un pianoro con depressione è un facile punto di arresto-attacco per la buca dove è posizionata la lanterna. La 11 la divido in due tratte: cdl fino al giallino, poi salgo al grande sasso appena sopra e di lì in c.d.l. è facile arrivare alla canaletta con il prisma bianco-arancio. Qui purtroppo finisce una delle mie migliori sequenze mai corse, e senza forzare più di tanto.
Alla 12 (come a Laranza.. il numero non porta bene quest’anno J ), succede quello che davvero non mi sarei aspettato per come stava andando la gara. La prima idea è di andare in sicurezza sui sentieri allungando un po’. Poi vedo sulla sinistra una serie di depressioni che mi sembrano formare un’ottima direttrice. Purtroppo devio troppo a sinistra e complice una beffarda somiglianza della zona punto con quella un 150 metri più in altro, finisco nella classica trappola del parallelo. In altro vedo una grande casa che non è segnata in carta e la cosa mi manda in crisi. Purtroppo essendo in basso e in mezzo agli alberi non vedo il palo che riporta la mappa. Black out per qualche minuto. Quando rinvengo… è passato davvero troppo tempo e la gara è compromessa gravemente.
Nonostante questo corro bene, a parte un imprecisione alla 15, tutti i punti fino alla fine.
Che dire… non so se vedere il bicchiere mezzo pieno di 19 ottimi punti o quello mezzo vuoto di un punto disastroso. Purtroppo questa dinamica dell’unico punto sbagliato che rovina la gara continua a capitare e significa quindi che non è un caso. Il problema è che non so come allenarmi mentalmente per evitarla.
Preferisco comunque vedere il bicchiere mezzo pieno: devo essere soddisfatto per una tecnica che si sta consolidando. Devo trovare un modo di non fare più l’errore che rovina tutto!
Si accettano consigli!

giovedì 1 maggio 2014

Una bellissima giornata : esordio in bosco 2014 a Laranza

Prima gara stagionale in Bosco, finalmente. In settimana ho risolto brillantemente alcune grane lavorative, l’organizzazione dei campionati Italiani è archiviata, il meteo è buono, il posto è bellissimo, i bambini scorrazzano allegramente al ritrovo “super lusso”. Insomma… vado in partenza rilassato, direi quasi felice, con poca cattiveria agonistica, tanta voglia di divertimi e iniziare a recuperare il feeling con il bosco. La tratta 1 è già di quelle serie: guardo a desta e a sinistra della linea rossa ma non trovo valide alternative “al dritto per dritto”. Quindi punto la bussola e decido per alcune deviazioni controllate: arrivo bene in zona cerchio rosso, ma cincischio un attimo per trovare l’avvallamento fra i due colli; non se ne va più di un minuto. 2 bene, 3 da manuale : a tutta sul sentiero fino all’oggetto particolare, dentro per il pianoro giallino e via sul punto. Quando vedo i punti 4-5-6 mi viene un moto di disappunto. Ho sempre odiato, odio e sempre odierò i punti in mezzo ai sassi. Detto fatto: già alla 4 giro a vuoto in zona punto dove sono presenti ben più sassi di quelli segnati, specie in basso. Cerco di capire come venirne fuori quando vedo sopraggiungere Pierpaolo Corona (PPC) che però non ha nemmeno lui le idee chiarissime. Questa cosa per me è un’assoluzione a livello di corte di cassazione J , è quasi giusto che sbagli anch’io! Trovo il punto tenendo il “maestro” nel mirino e si parte a tutta verso la 5. E qui inizio ad osservare una dinamica molto interessante. In uscita punto PPC mi stacca di una ventina di metri. Durante il trasferimento colmo il gap, ma in zona punto lui va diritto alla lanterna e io devo rallentare per essere preciso. Stessa dinamica alla 6. Alla 7 mi prendo il lusso di passarlo e arrivare prima di lui alla lanterna. Per la 8 cerco di stare in curva, ma scendo un attimo invece di salire. Il tempo di accorgermene e risalire che PPC, inesorabile, sta già inserendo il suo sport ident nella stazione. Davvero emblematica questa tratta! La differenza fra un cecchino di lanterne e un pistarolo ignorante: riesci a prendere 20 metri e alla prima, anche minima sbavatura il campione te li mangia in scioltezza.   Verso la 9 si ripete la  dinamica dei punti precedenti. Capisco che la mia gara è fortemente condizionata dalla sua presenza. Fisicamente corro più di lui, ma in zona punto il suo riferimento mi influenza e indubbiamente mi avvantaggia. Allora prendo una decisione forse controcorrente: mi fermo una ventina di secondi fino a quanto PPC esce dal mio campo visivo. So che se lo seguissi ne trarrei un gran vantaggio nell’economia della gara, ma questo NON MI INTERESSA. Voglio fare il mio orientamento, voglio che la classifica rispetti il mio valore. Ho sempre considerato scorretto l’atteggiamento di chi segue acriticamente qualcuno di più forte tecnicamente sfruttando le sue qualità fisiche.
C’è che dice che è lecito, c’è chi dice che è una collaborazione. A me semplicemente non piace. La tratta 9-10 è stimolante e voglio appunto dimostrare a me stesso di essere capace di fare orientamento. Esco in curva di livello nel verdino, passo nella sella fra i due colli, passo a destra del colle in zona punto 1, scendo dal naso, aggiro il colle prima della 10 da sinistra e arrivo perfetto al prisma. Bellissimo: nessuna esitazione, buona corsa e contatto carta costante. Anche la 11 va velocemente in saccoccia, ma come purtroppo spesso mi accade, tanto corro belle tratte quanto compio errori sciocchi. Per la 12, superato il sentiero in trasversale mi faccio “tentare” da una lanterna nell’avvallamento vicino alla paludina. Ovviamente non può essere la mia perché ho corso solo un centinaio di metri oltre il sentiero mentre il punto è ad almeno 250. Esco e in lontananza vedo un’altra lanterna : molto stupidamente sento il bisogno di andare a vedere il codice, ma ovviamente nemmeno quella è il punto 12. Rientro in me e capisco di essere nettamente corto. Uso il cervello e in un attimo arrivo al punto (perché non subito?!?! Mannagia a me) . Per fortuna non perdo troppo rispetto ai “super errori” del passato, ma sono 2 minuti davvero gettati alle ortiche. Punto rabbioso il punto spettacolo, ma quando vado lungo di 10 metri e cerco di punzonare la lanterna del percorso alla corda… con una bella gallinella disegnata… mi pare evidente che occorre un reset alla capoccia. Vado pulito alla 14 e punto la 15 dove faccio la seconda fesseria della giornata andando lungo e impiegando penso 2 minuti per tornare indietro dove…. incredibilmente mi ritrovo davanti PPC. La cosa mi chocca un po’… mi pare impossibile. Comunque mi prendo il lusso di stargli davanti da lì alla fine, dove concludo in 50 minuti e spiccioli.
Essendo la prima gara dell’anno in bosco, tutto sommato non è andata malissimo: il distacco dal bravo Fabio Hueller c’è ma non è abissale, tenendo conto dei circa 6 minuti di errori. Sbagli per fortuna non gravissimi che singolarmente non sono stati impattanti. La giornata poi scorre via piacevolissima con la chicca dei miei due ragazzi che vogliono provare il percorso alla corda, e considerata la loro giovanissima età tutto sommato “ci capiscono” e se la cavano bene.
Complimenti al TOL per l’organizzazione e anche a Rudi Mair per il bellissimo tracciato: abbiamo scherzato prima della gara sulla sua ormai incancellabile fama di “nascondi lanterne”. Oggi sicuramente non vera : punti perfetti e mai posizionati in modo da non volerli far trovare.
Fra soli tre giorni di nuovo in gara Monte Mezza nel Tesino. Spero di divertirmi come oggi. L'obiettivo sempre quello: gara con meno errori possibile, anche a costo di velocità di crociera più basse.

lunedì 21 aprile 2014

Ouverture stagione 2014

Riprendo il titolo del post di Marzo 2012, e posso scrivere di essere molto soddisfatto della preparazione atletica svolta nella stagione invernale e primaverile.
Oggi ho infatti partecipato alla classicissima corsa del Lunedì di Pasquetta ad Ospedaletto.
Il tracciato nel centro del paese, da ripetere tre volte per un totale di 5.3 km, presenta un continuo saliscendi (con anche uno strappo breve ma "cattivo" appena dopo la partenza) con un dislivello totale che stimo in almeno 100 m, e parecchie curve rese insidiose dal fondo bagnato.
Pur non sentendomi in grande forma, essendomi allenato poco nell'ultima settimana a causa del laborioso e lungo lavoro di controllo punti per i campionati middle del prossimo WE, ho corso in 19'30'' che significa una media di 3'40''/km. Dato che la sensazione di gamba non era per nulla buona, sono rimasto davvero stupito di questa media perché come accennato ottenuta su un tracciato con parecchia salita, curve e sul bagnato.
Considerando la campestre di Terlago e la gara CSI di Villazzano, tre indizi fanno una prova e cioè che la forma è buona. E che quindi, non ci sarà alcuna scusa, ma proprio nessuna, per le prime gare orientistiche in bosco.
Anche se non esiste nemmeno nel giardino del Re, quest'anno "voglio" :-)  il salto di qualità tecnico che cerco da tanto tempo. Con i dovuti scongiuri ho buone sensazioni anche su questo.
Davvero non resta che aspettare le prime gare. Non vedo l'ora!

venerdì 28 marzo 2014

Grazie al Maestro dello sport Alessandro Donati

Mercoledì sera sono stato a Borgo Valsugana alla serata con Alessandro Donati, il noto maestro dello sport del CONI, allenatore e uomo simbolo della lotta al Doping. Ho conosciuto una persona intrisa delle cose che più amo: l'onestà, la passione, la competenza. Un uomo che, in nome degli ideali ricordati, ha condotto battaglie tremendamente difficili, da solo, caricandosi del peso delle violentissime rappresaglie che il sistema pianificato del doping di stato gli ha scatenato contro.
Un uomo da erigere ad esempio di qualità umane e professionali.
Anche se la sua ricerca della verità, mi ha privato dell'ammirazione genuina che ho avuto per molti "campioni senza valore", che sono stati dei riferimenti della mia gioventù sportiva, credo che il mondo dello sport, quello vero, dovrebbe sommergere di riconoscenza Alessandro Donati.
Con le sue parole e il suo esempio di vita ci ha riconsegnato la morale dello sport vero, quello fatto per passione. Del confronto LEALE fra atleti che si misurano fra loro, complimentandosi a fine gara se un avversario è stato migliore di noi. Sono uscito dalla serata di Mercoledì amareggiato per la delusione (già comunque metabolizzata attraverso la lettura del suo libro "lo sport del doping") ma anche con un'immensa felicità e fierezza per essere stato (e nel mio piccolo essendolo anche ora) uno sportivo praticante leale e cristallino.
Non un campione, certamente, ma uno sportivo vero. E in un sistema dello sport di Elite drogato, può essere un vanto senza prezzo.
Grazie, grazie, grazie, Maestro dello Sport Alessandro Donati.

lunedì 3 marzo 2014

Oricup Inverno 2013-2014

Si è conclusa Domenica a Caldonazzo questa edizione dell’Oricup Inverno. La prima cosa da dire è un grazie grande come una montagna agli organizzatori che ci hanno permesso in questo periodo solitamente avaro di possibilità, di divertirci come matti e tenerci in esercizio con la carta e la bussola per tutto l’inverno. Davvero una cosa impagabile e che spero si ripeterà a lungo negli anni. Con delle “chicche” da far invidia a manifestazioni di ben maggior prestigio come le analisi gara di Orimarty… e Rauss. Quindi un post dedicato alla sequenza delle gare non poteva certo mancare.
L’esordio si è svolto a Marter nella temibile carta della Pineta San Silvestro dove da anni colleziono pessime figure, e per non voler mancare di rispetto alla tradizione anche quest’anno è stato un disastro. Quella cartina in standard issom non riesco proprio a leggerla, in particolare i sentieri è come se non ci fossero. Amen.
Accorpo le due gare di Pergine, dove correndo in casa e godendo perciò di un innegabile vantaggio, in coincidenza con l’inizio di una graduale ripresa atletica ho collezionato un quinto e un secondo posto dietro a “Sir” Oricup Fabietto Daves. Un risultato che mi ha dato molta fiducia e stimolo nel tornare ad allenarmi con convinzione e costanza. Durante l’inverno.
A Borgo Valsugana, pur con un errore perdonabile (si legga post) e con una condizione non ancora perfetta ho avuto la percezione che la ruota stava girando dopo un anno di difficoltà, e ho capito che se avessi continuato ad impegnarmi nella preparazione i risultati sarebbero arrivati in non molto tempo.
La gara migliore è stata certamente quella di Pinè, dove sono riuscito a coniugare corsa spinta e lettura come forse non mai, anche se in una carta cittadina. Solo un sontuoso Dopolavori mi ha negato la soddisfazione di tornare a vincere una “garetta”. Ma in ogni caso è stato oro che colava! L’anno scorso in quel periodo ero afflosciato, senza nemmeno sapere il perché.
Ad Agnedo, seppure con qualche acciacco alla schiena, il trend positivo è stato confermato nella gara forse più impegnativa dal punto di vista fisico. Nella mia penultima “tappa” di Roncegno (assente a Madrano per impegni di lavoro…. grrr proprio sulla mia seconda carta di “casa” ) un piccolo errore, ma sempre nel contesto di una gara positiva specie dal punto di vista della corsa.
Il finale ieri alle Lochere di Caldonazzo: una gara che sarebbe stata per me fenomenale se non fossi ricaduto nel più superclassico dei miei “fault” orientistici. Il punto killer con errore fuori misura all'interno di una gara che sarebbe stata perfetta sia dal punto di vista atletico che di lettura della carta. Mi consola in parte il fatto che dei “monumenti” come Lorenzo Vivian e Simone Grassi abbiamo lasciato parecchi minuti su quel punto, cosa che non gli capita certo di spesso. Se hanno sbagliato due come loro… ci sta che il pistarolo ignorante abbia lasciato la gara in quel punto. Un’occasione comunque per tornare a riflettere sulla tematica della “gestione dell’errore”: sbagliare capita e capiterà ancora tante volte, ma rientrare in carta perdendo meno tempo possibile credo sia quasi più importante che eliminare del tutto gli errori… cosa oggettivamente molto poco probabile purtroppo.
Nel complesso esco rinvigorito al massimo da questo ciclo di piacevolissime gare inverali. Ora, neve permettendo, è ora di pensare a qualche allenamento tecnico nel bosco prima di affrontare la stagione primaverile ed estiva in gare più probanti e impegnative specie dal punto di vista tecnico.
Ho addosso davvero una voglia matta di correre.

giovedì 16 gennaio 2014

Ori – ORRORI 2013

Solitamente non è difficile per me scrivere questo post, in quanto ho abbondante materiale.
Fortunatamente, e spero sia un buon segno, nonostante gli Ori-ORRORI ci siano anche nel 2013, per fare una “top five” ho impiegato più tempo degli altri anni. Speriamo di farne sempre di più!

5° POSTO: PRADELLANO, Lanterna 15
Sto facendo una buona gara, e non manca molto alla fine. Nel scendere dal punto 14 il tracciatore ci mette una discesa a mio avviso folle. Il bosco è umido e sulle foglie si vola. Scivolo e non riesco più a fermarmi… Quasi da panico. Dopo una quindicina di metri “culo a terra” mi fermo. Quando mi rialzo non ci sono più carta e sport ident nelle mie mani. Cerco di risalire a recuperare il maltolto. Ma il bagnato e la pendenza assurda fanno si che non si riesce nemmeno a salire. La carta la trovo subito… lo sport ident no. Temo davvero di averlo perso. Poi con una botta di fortuna, palpando sulle foglie lo sento e lo recupero.
5 minuto persi. Più che orrore, forse ori sfiga e tracciatore da menare.



4° POSTO: ASIAGO. Lanterne 3 e 5.

Paghi uno prendi due….
Esco dalla 2 con poche idee…. Però molto ben confuse. Punto in direzione al rudere nel verde ma non lo prendo. Ricordo che ho pensato a superare il naso in zona punto, ma mi ritrovo nella discesa prima e nel prato sotto dopo. Un genio. Per fortuna ho la buona idea di sfruttare un angolo di recinto per risalire proficuamente e arrivare alla lanterna. 4 minuti andati.
Punto 5… questo me lo ricordo bene. Esco a bomba dalla 4, prendo il sentiero che porta alla 5 per essere sicuro. Esco alla curva, sono certo al 100% di arrivare diritto al punto perché è a meno di 100 metri dal punto di attacco ma…. Ma…. Non c’è!!! Giro e rigiro 5 minuti (riattacco dal sentiero una seconda volta ) senza trovare nulla. Non capisco… sono frastornato perché mi pare impossibile. So che sono li, ma non la trovo. Dopo un po’ di giri “alla cazzo” (scusate ma quando ci vuole ci vuole), volto l’occhio ed è a 3 metri da me….. Mi domando se si è materializzata in quel momento. Classica situazione che non riesco a spiegare.

3°POSTO:  LAVARONE . Lanterna 10.
Galvanizzato dalla buona Middle del giorno prima, nonostante sia in condizione atletica spaventosamente precaria vado bene fino alla 9. Anche verso la 10 faccio tutto bene fino ai verdi delle proprietà private a nemmeno 200 metri dal punto. Salgo per cercare il sentierino che mi dovrebbe portare diritto in scioltezza al punto ma….  Inizia a non tornarmi la carta. Per la fretta non mi fermo a cercare di capire il perché di questa non corrispondenza con quello che vedo. Scendo alla viva il parroco. La zona è infida e mi perdo. Invece che rientrare verso le case perdo il controllo della situazione e vago senza senso per circa 12 minuti. Errore inspiegabile, ma ancora peggio la sua gestione: rimediare velocemente, visti i riferimenti, non era davvero difficile.

2°POSTO. Silver Medal. FAUSIOR punto 2.
Appartiene alla categoria di punti in cui la luce si spegne e non si riaccende proprio.
Esco in curva dalla 1, arrivo alla depressione gialla. Salgo sicuro per il grande avvallamento. Punto la depressione prima della lanterna certo di arrivare perfetto. Ma vado lungo e non trovando nulla il mio cervello va letteralmente in confusione totale e assoluta. Dopo 10 minuti in cui davvero non ho idea di cosa faccio, dove sono, che idee potrei avere per uscire da quell’incubo sportivo vedo una master che non conosco che punzona un punto. Pieno di vergogna gli chiedo quale è il cerchio sulla sua carta. Demotivato e sportivamente depresso mi trascino stancamente al traguardo. Esperienza bruttissima.


1°POSTO . Gold Olimpic Medal. Menzione di onore premio “oridisastro2013”. Punto 19

Un’attenuante c’è. La gara è Long. Ma veramente Long. Per tanto ma tanto tempo si avanza anche con mezzo metro di neve a terra. Al punto 18 tutte le spie del mio motore sono rosse, lampeggiano e anche gli avvisatori sonori fanno beep beep beep. C’è da salire e le mie gambe arrancano. Però navigo ancora bene: punto al sentierone, lo supero fino al recinto sopra e da li punto il laghetto-pozza. Sembra fatta: salgo l’avvallamento nel prato con l’idea di deviare verso destra quando vedo una striscia di prato salire. Lo faccio ma salgo troppo presto per una fascia di prato sbagliata. E dire che c’era il recinto che poteva aiutare.
Non trovo il punto e complice la stanchezza davvero estrema si spegne la luce.
Non capisco più nulla, non riesco a rilocalizzarmi. Attorno a me nessuno. Incubo! Vago per 15 (dicesi QUINDICI !!!!) minuti finché non vedo passare Giuliano Rampado. Umiliando il mio orgoglio, lo seguo senza proferire parola, a testa bassa per la vergogna, e mi porta al punto che era parecchio più basso di dove ero (vagando al buio ero salito quasi fino alla 20).
Spero non mi capiti mai più una situazione di così totale disorientamento!

Arrivederci agli ORI-ORRORI 2014… sperando che siano pochi e da pochi minuti!

Forse ancora meglio, dato che temo difficilmente li eliminerò del tutto, imparare a gestirli, facendo meno danni possibile.