mercoledì 15 maggio 2013

C.T. Long ad Asiago. Il ritorno all'errore.

Dopo una serie di gare abbastanza pulite , nella difficile carta di Asiago, ho commesso un paio di errori abbastanza impattanti in termini di tempo perduto.
La prima parte della gara era insidiosa e, mal comune mezzo gaudio, ha creato difficoltà a parecchi concorrenti.
Quale migliore occasione dunque per un po' di analisi degli errori commessi.
Dopo un primo punto più incerto che sbagliato (tutto in direzione con un occhio al naso disegnato dalle cdl), proseguo spedito e deciso verso la 2 che trovo subito e bene (ancora in direzione).
Alla 3 il primo "fault". L'idea è di transitare vicino al rudere a metà tratta: esco in cdl-direzione e so che dopo un po' dovrò salire. E infatti salgo, ma troppo. Passo sopra il rudere che infatti non vedo, ma non me ne preoccupo più di tanto. Qualcuno infatti in partenza mi ha detto che io della carta leggo anche chi l'ha fatta e omologata. Applicando il principio della semplificazione (è un obiettivo intermedio di tratta... non è fondamentale....) ma purtroppo anche il principio del "vado avanti un po' alla caxxx", mi ritrovo alla sommità del naso senza avere bene idea di che cosa sto facendo. Infatti dopo un po' non ci capisco più nulla e provo quella sgradevole sensazione di quando ti sembra tutto uguale. Eppure, con il senno di poi era evidente la forma del terreno che indicava che al punto ci si arrivava dopo un cambio di pendenza da salita a discesa. Impiego troppo a capire che è meglio puntare al prato sottostante, prendere un punto di attacco (curva di recinto vicino alle due costruzioni) e da  lì e risalire al punto. Infatti in 1 min arrivo diritto alla lanterna. Se prendevo prima quella saggia decisione, invece che pascolare a vuoto avrei perso parecchio di meno. Vabbè.... alla fine scopro che quel punto ha fatto soffrire molti. La 4 la becco subito e andare alla 5 mi pare molto semplice: arrivo al primo sentiero  taglio per il secondo che percorro in corsa veloce fino ad una marcata curva a destra (punto di attacco). Di li in direzione sono si e no 100 metri. Senza particolari ostacoli o verdi che possano far deviare....ma sta di fatto che giro, giro e rigiro e quella dannata buca non la trovo. Decido di rientrare al sentiero e riprovare... ancora nulla. Quando iniziano a girarmi le scatole ... giro l'occhio e vedo il telo. Mi pare impossibile non averlo individuato prima, ma non credo che un UFO l'abbia tolta e rimessa per farmi un dispetto. Se l'errore alla 3 ci può stare, questo appartiene alla categoria errori inspiegabili.
Da li in poi torno a correre e fare orientamento in modo accettabile, tranne al cambio carta quando dalla 10 invece che girare la carta e andare alla 11, tengo la carta dalla stessa parte e vado alla 1.... Almeno posso dire di averne aggiunta un'altra alla collezione delle "perle".
Alla 12 scelgo di fare il bravo orientista invece che adottare la in questo caso solita saggia "pistarol-infam-stragegy" cioè scendere a tutta alla strada, correre a bombazza e poi risalire. Risultato: leggo troppo durante la tratta e pur arrivando al millimetro alla lanterna prendo 3'30'' min da Michele che fa il corridore rischiando zero. Anche qui occorreva capacità di analisi su come sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. Fondamentalmente l'autore della mitica mail anonima che mi scrisse che sono e sarò sempre "un infame pistarolo ignorante" non era priva di una certa ragione. Almeno in certe tratte come la 11-12
Nonostante la classifica non sia disastrosa, non sono soddisfatto della prestazione: quei due errori andavano evitati o almeno occorreva limitarne la perdita di tempo.


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